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Firenze: il Maggio Musicale Fiorentino inaugura l’83esima edizione del Festival del Maggio Musicale.

26 Aprile 2021 by Redazione Farecultura -

Sul podio del concerto sinfonico corale il maestro Daniele Gatti  Finalmente con la presenza di pubblico in sala: “È il simbolo di una grande vittoria”. Il concerto è trasmesso in diretta radiofonica da Rai Radio 3.

Il Maggio Musicale Fiorentino dopo tanti mesi comunque di attività svolta a sala vuota, finalmente inaugura lunedì 26 aprile 2021 alle ore 20, giorno in cui quasi tutta l’Italia, Toscana compresa, tornerà in zona gialla, l’83esima edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino aprendo finalmente le sue porte al pubblico. In programma un raffinato concerto sinfonico corale diretto dal maestro Daniele Gatti, sul podio a dirigere il Coro e l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Il programma è interamente dedicato al compositore Igor Stravinskij, nel 50° anniversario dalla sua scomparsa, con la Symphonie de Psaumes e la Sinfonia in do. Maestro del Coro Lorenzo Fratini. 

“Sono molto contento – ha dichiarato il Sovrintendente Alexander Pereira –è un momento molto felice, ma anche un momento programmato perché avevamo pensato all’aperura del Festival proprio il 26 aprile con questo concerto e il 27 con l’opera Adriana Lecouvreur. Sembra quasi che la programmazione l’abbia fatta il primo ministro Draghi: la sua riapertura coincide esattamente con quella del Maggio Musicale Fiorentino e io gli sono molto grato di questa “regia fantastica”. Noi abbiamo applicato le procedure di sicurezza, testato tutti i collaboratori del Teatro con, fin ora, più di 15mila test sierologici a tutti ogni settimana, abbiamo sempre rispettato il nostro cartellone mantenendo così l’eccellenza del Coro e dell’Orchestra, abbiamo registrato i nostri spettacoli e così siamo stati sempre pronti per riaprire quando sarebbe stato permesso: e adesso finalmente è arrivato il momento di accogliere nuovamente il pubblico e di andare in scena”. 

Il maestro Daniele Gatti torna nuovamente al Maggio dopo il concerto sinfonico di Pasqua dello scorso 3 aprile 2021 che è ancora possibile vedere in streaming sul sito del Maggio (e che ha già registrato più di 14.000 visualizzazioni). “Per me è un grande piacere tornare ed essere qui al Maggio per inaugurare il Festival in un momento che comunque è ancora di difficoltà: è più di un anno che la musica prosegue a singhiozzo, però non è mai morta. Anche se i concerti e gli spettacoli venivano eseguiti senza pubblico, anche se abbiamo avuto il sostegno, non soltanto delle reti nazionali, della Rai e privati, ci siamo tutti battuti affinché la musica non abdicasse di fronte al virus e se riusciamo ad avere il pubblico il giorno 26 è il simbolo di una grande vittoria.” Continua il maestro Gatti: “Al concerto inaugurale del Festival del Maggio, presentiamo musiche di Igor Stravinskij, nel 50° anniversario della sua scomparsa, con due rare composizioni. Il grande pubblico naturalmente è affezionato allo Stravinskij dei primi anni del Secolo quindi alle sue più celebri composizioni La sagra della primavera, L’uccello di fuoco, Petruška, ma questo compositore ha scritto tantissima musica nel corso della sua carriera poi, intorno all’inizio degli anni ‘20, ha avuto una svolta ‘neoclassica’ e quindi ha ripreso gli stilemi del periodo classico, della fine del periodo barocco e li ha rivisti alla luce dell’esperienza del Novecento. Le due sinfonie che con l’Orchestra e il Coro del Maggio eseguiremo, sono infatti due esempi molto pertinenti per quello che riguarda questo stile stravinskiano. Sono due composizioni rare però penso che questo programma sofisticato sia particolarmente adatto per inaugurare un Festival così importante.”

Il programma del concerto è interamente dedicato al compositore russo Igor Stravinskij, nel 50° anniversario della sua scomparsa, con due sinfonie in programma che furono entrambe scritte per il cinquantenario dalla fondazione di due grandi orchestre americane, rispettivamente la Boston Symphony Orchestra e la Chicago Symphony Orchestra: la Symphonie de Psaumes e la Sinfonia in do. Le composizioni hanno in comune anche l’impostazione della dedica, che, in francese nel 1930, e in inglese nel 1940, il musicista le dichiara “composte per la gloria di Dio” e si collocano nella fase della produzione di Stravinskij che si suole chiamare “neoclassica”. La Symphonie de Psaumes, composta tra il gennaio e il 15 agosto 1930 e dedicata alla Boston Symphony Orchestra, che può definirsi “sinfonia” nel senso antico della parola, cioè come un pezzo sacro dalle caratteristiche formali non definite e destinato ad un gruppo vocale e strumentale. Si tratta di un lavoro di sacrale monumentalità, per la staticità rituale, e soprattutto perché ci riconduce al cuore della visione pessimistica del mondo di Stravinskij.  Il programma si conclude con la Sinfonia in do, cominciata a Parigi nell’autunno del 1938 e composta e commissionata per il cinquantenario della Chicago Symphony Orchestra, che il musicista dichiara di averla scritta “nell’anno più tragico della mia vita” e giunge ad affermare di essere riuscito a sopravvivere solo lavorando alla composizione. La sinfonia si apre con un semplice motivo di sole tre note enunciato dagli archi nel primo movimento (Moderato alla breve) è il seme da cui germoglia l’intero discorso sinfonico, una sorta di motto che servirà da collante tra primo e ultimo movimento. Il secondo tempo (Larghetto concertante) in forma tripartita mette in risalto le sonorità degli oboi con un disegno cristallino che viene turbato solo nella sezione centrale. Il terzo movimento (Allegretto) ha invece tutto l’aspetto di uno Scherzo in cui dominano ritmi di danza lanciati a tutta velocità con continui cambi di metro. Nel finale (Largo. Tempo giusto, alla breve) ricompare il motto iniziale nel serioso corale di fagotti e ottoni che salda e chiude l’opera secondo il principio della forma ciclica. 

Il giorno successivo al concerto inaugurale, martedì 27 aprile ore 19, il Festival del Maggio inaugurerà anche la programmazione lirica con Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea. Sul podio il maestro Daniel Harding a dirigere il Coro e l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e, alla regia, il debutto fiorentino di Frederic Wake-Walker. Sul palco un grande cast capeggiato da María José Siri nel ruolo di Adriana, Martin Muehle, Ksenia Dudnikova, Nicola Alaimo, Paolo Antognetti, Alessandro Spina, Chiara Mogini, Valentina Corò, Davide Piva, Antonio Garés e Michele Gianquinto. Maestro del Coro è Lorenzo Fratini. Le coreografie sono di Anna Olkhovaya, le scene di Polina Liefers, i costumi di Julia Katharina Berndt, le luci di Marco Faustini.

In occasione della riapertura, la biglietteria del Maggio resterà aperta anche nei giorni e negli orari solitamente di chiusura: sabato 24 aprile (dalle ore 11 alle ore 14 e dalle ore 15 alle ore 18), domenica 25 aprile (dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18) e lunedì 26 aprile (dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18).

Sia il concerto che l’opera inaugurale saranno registrati e, successivamente, trasmessi in streaming sulla piattaforma ItsArt. Entrambi gli appuntamenti saranno trasmessi in diretta radiofonica da Rai Radio 3. Si ringrazia per il sostegno al concerto Kuehne+Nagel.

PROGRAMMA

Igor Stravinskij – Sinfonia di salmi
Era il 1930 quando l’Orchestra Sinfonica di Boston chiamò all’appello i maggiori compositori del tempo perché realizzassero nuove opere destinate a celebrare il cinquantenario della fondazione dell’orchestra. Igor Stravinskij rispose all’invito realizzando la Sinfonia di salmi, una pagina sinfonico-corale «composta alla gloria di Dio», come riportato nella dedica in partitura, su testi tratti dai Salmi della Vulgata.Il termine sinfonia è inteso da Stravinskij nell’accezione etimologica di insieme di suoni eterogenei. La Sinfonia di salmi è costruitainfatti come un polittico sonoro che non mostra alcun legame con la sinfonia classica: nessuno sviluppo tematico, nessuna regola prestabilita da seguire per la costruzione dei tempi ma piena libertà nella scelta di forme, stile e scrittura. L’organico orchestrale impiegato mostra delle assenze significative: mancano infatti i violini e le viole nella sezione degli archi e i clarinetti in quella dei fiati. Il risultato è un suono più asciutto e più cupo che nelle intenzioni dell’autore meglio si addice a una pagina di profonda ispirazione religiosa. Il primo movimento (Exaudi orationem meam) è un canto di implorazione caratterizzato dall’uso ripetuto dell’intervallo di seconda minore, carico di angoscia e di pathos. Nel secondo movimento Stravinskij sfodera la sua abilità contrappuntistica nella forma più ardita della tradizione barocca. Il canto di ringraziamento al Signore (Expectans expectavi Domine) è costruito infatti su una doppia fuga – la prima strumentale, la seconda corale – dove l’innesto della seconda fuga sulla prima dà vita a un complesso intreccio polifonico. Il movimento conclusivo è un inno di lode (Laudate Dominum) dove si alternano momenti di statica ieraticità a episodi di barbarica violenza ritmica (nello stile del primo Stravinskij) fino alla chiusa, dove il motivo circolare dell’Alleluja iniziale ritorna e si spegne sommessamente nell’ultimo accordo in do maggiore.

Igor Stravinskij -Sinfonia in do
«Questa Sinfonia, composta alla Gloria di Dio, è dedicata alla Chicago Symphony Orchestra nell’occasione del cinquantesimo anniversario della sua fondazione». Con queste parole Stravinskij congedava nell’agosto del 1940 la sua Sinfonia in do, una sinfonia nel senso classico del termine nella quale l’autore adottava forma e procedimenti tipici del genere principe della musica strumentale occidentale. La genesi dell’opera fu piuttosto travagliata e impegnò l’autore a più riprese nel corso di due anni. I primi due movimenti videro la luce in Francia, rispettivamente nell’autunno del 1938 e nell’estate del 1939, nel periodo più tragico della vita del compositore che nel giro di pochi mesi perse la figlia, la moglie e la madre. Stravinskij si gettò a capofitto nella musica e concluse l’opera l’anno seguente in America, dove realizzò il terzo e il quarto movimento. Anche se rispettosa del canone tradizionale, la Sinfonia in do rivela lo spirito innovativo del suo autore e così quegli stilemi classici che aleggiano nel primo e nel secondo movimento (i richiami a Beethoven e ad Haydn segnalati dallo stesso Stravinskij) inevitabilmente si intersecano nelle maglie di una scrittura moderna fatta di fraseggi irregolari, sfasamenti ritmici e combinazioni timbriche inusuali. Un semplice motivo di sole tre note enunciato dagli archi nel primo movimento (Moderato alla breve) è il seme da cui germoglia l’intero discorso sinfonico, una sorta di motto che servirà da collante tra primo e ultimo movimento. Il secondo tempo (Larghetto concertante) in forma tripartita mette in risalto le sonorità degli oboi con un disegno cristallino che viene turbato solo nella sezione centrale. Il terzo movimento (Allegretto) ha invece tutto l’aspetto di uno Scherzo in cui dominano ritmi di danza lanciati a tutta velocità con continui cambi di metro. Nel finale (Largo. Tempo giusto, alla breve) ricompare il motto iniziale nel serioso corale di fagotti e ottoni che salda e chiude l’opera secondo il principio della forma ciclica.

Daniele Gatti (© Marco Borggreve)

DANIELE GATTI
Diplomato in composizione e direzione d’orchestra al Conserva­torio Giuseppe Verdi di Milano, Daniele Gatti è Direttore Musicale del Teatro dell’Opera di Roma e dell’Orchestra Mozart. È inoltre Consulente artistico della Mahler Chamber Orchestra (MCO). È sta­to Direttore principale della Royal Concertgebouw Orchestra (RCO) di Amsterdam e precedentemente ha ricoperto ruoli di prestigio presso altre importanti realtà musicali come l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Royal Philharmonic Orchestra, l’Orchestre natio­nal de France, la Royal Opera House di Londra, il Teatro Comunale di Bologna, l’Opernhaus di Zurigo. I Berliner Philharmoniker, i Wiener Philharmoniker, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks e l’Orchestra Filarmonica della Scala sono solo alcune delle celebri istituzioni sinfoniche con cui collabora. Tra le numerose e rilevanti nuove produzioni che ha diretto si ricordano Falstaff con la regia di Robert Carsen (a Londra, a Milano e ad Amsterdam); Parsifal con la regia di Stefan Herheim, con cui ha inaugurato l’edizione 2008 del Festival di Bayreuth (uno dei pochi direttori d’orchestra italiani a es­sere invitato al festival wagneriano); ancora Parsifal con la regia di François Girard alla Metropolitan Opera di New York; quattro opere al Festival di Salisburgo (Elektra, La bohème, Die Meistersinger von Nürnberg, Il trovatore). A coronamento delle celebrazioni per l’anno verdiano, nel 2013 ha inaugurato con La traviata la stagione del Te­atro alla Scala, dove ha anche diretto Don Carlo per l’apertura della stagione nel 2008, e titoli quali Lohengrin, Lulu, Die Meistersinger von Nürnberg, Falstaff e Wozzeck. Più recenti sono Pelléas et Mélisan­de al Maggio Musicale Fiorentino, Tristan und Isolde al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi e l’inaugurazione della stagione 2016/2017 del Teatro dell’Opera di Roma con lo stesso titolo wagneriano. Nel 2016 ha avuto inizio un ciclo triennale di concerti dal titolo RCO me­ets Europe, che ha coinvolto i 28 paesi dell’Unione Europea compren­dendo il progetto Side by Side, grazie al quale alcuni musicisti delle orchestre giovanili locali hanno partecipato all’esecuzione del primo brano in programma, accanto ai professori della Royal Concertge­bouw Orchestra e sotto la direzione di Gatti, rendendo così possibile uno scambio umano e musicale di natura straordinaria. L’appun­tamento italiano è stato all’Auditorium del Lingotto di Torino. Nel giugno 2017 ha diretto la RCO in una produzione lirica: Salome alla Nationale Opera di Amsterdam. Nella stagione 2017/2018 ha diret­to i Berliner Philharmoniker alla Philharmonie di Berlino, l’Orche­stra e il Coro del Teatro alla Scala a Milano con la Seconda Sinfonia di Mahler, la Royal Concertgebouw Orchestra in Europa, Corea del Sud, Giappone e alla Carnegie Hall di New York, appuntamenti che si sono aggiunti a quelli in cartellone ad Amsterdam. Ha inaugurato, inoltre, la stagione del Teatro dell’Opera di Roma con La damnation de Faust, è stato in tournée con la Mahler Chamber Orchestra e ha di­retto l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks a Monaco, la Fi­larmonica della Scala a Milano e la Philharmonia Orchestra di Lon­dra. Nel dicembre 2018 ha diretto Rigoletto per l’apertura di stagione del Teatro dell’Opera di Roma. Il 2019 lo ha visto sul podio dell’Or­chestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, della Filarmoni­ca della Scala, dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, della Staatskapelle Dresden, della Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, dell’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia e ha aperto la stagione dell’Opera di Roma dirigendo Les vêpres siciliennes. Tra gli impegni del 2020: I Capuleti e i Montecchi all’Opera di Roma, concer­ti con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Orchestra e il Coro del San Carlo di Napoli, l’Orchestre National de France, il Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra Mozart al Ravello Festival. Con i complessi del Teatro dell’Opera di Roma si segnalano, inoltre, il con­certo nei giardini del Quirinale in diretta su Rai1, le nuove produzio­ni del Rigoletto al Circo Massimo, di Zaide di Mozart e de Il barbiere di Siviglia (inaugurazione stagione), entrambe al Teatro Costanzi, e concerti in live streaming. Nel 2021 fa il suo ritorno sul podio dei Ber­liner Philharmoniker alla Philharmonie di Berlino e dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma; dirige una nuo­va produzione de La traviata al Teatro Costanzi (trasmessa su Rai3) e in concerto l’Orchestra dell’Opera di Roma al Museo MAXXI, la Mahler Chamber Orchestra, la Staatskapelle Dresden, l’Orchestre National de France, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, la Gustav Mahler Jugendorchester, la Dresdner Festspielorchester e i Münchner Philharmoniker. Daniele Gatti è stato insignito, quale Mi­glior direttore per il 2015, del Premio “Franco Abbiati” della critica musicale italiana e nel 2016 ha ricevuto l’onorificenza di Chevalier de la Légion d’honneur della Repubblica Francese, per la sua attivi­tà di Direttore musicale dell’Orchestre national de France. Per Sony Classical si ricordano le incisioni con l’Orchestre national de France dedicate a Debussy e Stravinskij e il DVD di Parsifal di Wagner an­dato in scena al Metropolitan di New York. Per l’etichetta RCO Live ha diretto la Symphonie fantastique di Berlioz, la Prima, la Seconda e la Quarta Sinfonia di Mahler, Le sacre du printemps di Stravinskij abbinato al Prélude à l’après-midi d’un faune e a La mer di Debussy, il DVD della Salome di Strauss rappresentata alla Nationale Opera di Amsterdam e il CD con la Sinfonia n. 9 di Bruckner abbinata al Prelu­dio e al Karfreitagszauber (Incantesimo del Venerdì Santo) da Parsifal di Wagner. Per l’etichetta C Major è uscito a novembre 2019 il DVD di Tristan und Isolde di Wagner andato in scena al Teatro dell’Opera di Roma.

Fonte: Ufficio Stampa & Media- Comunicazione – Marketing / Maggio Musicale Fiorentino

Archiviato in:Anno VII - n.73 / Aprile 2021, Concerti Festival Spettacoli Performance, Toscana Contrassegnato con: Arte, Concerto Musica Classica, Cultura, Daniele Gatti, Farecultura, Festival del Maggio Musicale, Firenze, Maggio Musicale Fiorentino, musica classica

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19 Luglio 2022 By Giuseppe Torregrossa -

“Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries”. 23ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano.

15 Luglio 2022 By Redazione Farecultura -

Sesto San Giovanni (MI): “EH! Milano Tango Fest”. Seconda Edizione del Festival Internazionale di Tango e Cultura argentina.

14 Luglio 2022 By Redazione Farecultura -

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