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Al MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone (MI), l’installazione The Cave (La grotta, 2021) del duo Grossi Maglioni.

11 Dicembre 2021 by Redazione Farecultura -

Incentrata sulla coppia madre e figlio/figlia. L’opera consiste in un ambiente composto da tre grandi teli e un plateau (tappeto) in tessuto che formano una tenda dedicata alla natività.

Sabato 11 dicembre il MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone inaugura l’installazione The Cave (La grotta, 2021) del duo Grossi Maglioni (Francesca Grossi e Vera Maglioni), a cura della direttrice artistica del MAC Francesca Guerisoli. Questa è la prima esposizione di The Cave in Italia, presentata precedentemente a Bratislava e Graz. L’inaugurazione della mostra prevede un talk condotto da Francesca Grossi e Vera Maglioni, in dialogo con Francesca Guerisoli, nel quale le artiste illustreranno il progetto di ricerca Beast Mother, sostenuto dalla X Edizione dell’Italian Council, programma di promozione internazionale dell’arte italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

The Cave è incentrata sulla coppia madre e figlio/figlia. L’opera consiste in un ambiente composto da tre grandi teli e un plateau (tappeto) in tessuto che formano una tenda dedicata alla natività. L’ambiente rappresenta un alloggio per la cura, una sorta di archetipo di un’abitazione, che definisce un bisogno costitutivo della società umana: la necessità di una casa. Si tratta di un rifugio accogliente, ridefinito come un luogo nomade mobile condiviso con una comunità. I lati interni sono scuri, a suggerire uno spazio intimo, dell’incontro e anche l’inizio di una storia a partire dalla nascita.

Grossi Maglioni esplora la condizione di essere donna, madre e artista nella società attualmente precaria e disuguale e ha sviluppato un dialogo con gruppi di mamme e bambini durante una serie di incontri e laboratori che sono confluiti nella pubblicazione Occupazioni. The perpetual dialogue (2021). A questa pratica, dal 2014 associa un lavoro sul tema dell’abitazione mobile, esplorando il rapporto tra architetture mobili e le esigenze di piccole comunità in ambiente urbano e naturale. In tale contesto di ricerca, sviluppa la storia che vede come protagonista una “Madre bestia” di cui The Cave è parte. Nella situazione attuale, in cui la pandemia da Covid-19 obbliga i bambini e i loro genitori a trascorrere insieme più tempo del solito è molto importante rafforzare la capacità di stringere legami forti e solidali, sopravvivere alla reciproca vicinanza e creare strumenti per affrontare con successo situazioni critiche.

L’allestimento di The Cave al MAC rappresenta l’occasione per presentare il progetto di ricerca Beast Mother finanziato dalla X Edizione dell’Italian Council nell’ambito del “Grant per il sostengo della ricerca di artisti, curatori e critici”, che esamina la maternità, la relazione di cura e il suo potenziale trasformativo. La ricerca trae origine da diverse linee di pensiero: il discorso post-femminista e antropologico, la scrittura psicoanalitica, la letteratura e il cinema di fantascienza, l’analisi teorica, nonché l’esperienza diretta della maternità e l’interazione delle artiste con un gruppo di madri e bambini. Il progetto indaga la maternità come momento di autorappresentazione della donna e la relazione di cura nella sua potenzialità trasformativa attraverso ricerche sul campo e gli strumenti che l’arte e il pensiero filosofico possono offrire. Partendo dal passato arcaico, Grossi Maglioni studia il lavoro dell’archeologa di origini lituane Marija Gimbutas, che ha dedicato attenzione particolare alle raffigurazioni preistoriche della creatività e fertilità femminile legate al culto della Grande Dea, dove il corpo femminile si fonde con elementi vegetali e zoomorfi. La ricerca è alimentata da un approfondito confronto con il pensiero di autrici come Donna Haraway con “Le promesse dei mostri”, Rosi Braidotti con “Madri, Mostri e Macchine” e con l’immaginario della scrittrice di fantascienza Octavia E. Butler nella trilogia di “Xenogenesis”, che dall’iconografia della preistoria ci porta ad un futuro post-umano. L’argomento appare tanto delicato quanto urgente: i temi legati alla cura si fondono con quelli sulla rappresentazione della madre, facendo emergere tabù e conflitti, ma anche possibilità poetiche feconde di una diversa visione del ruolo della donna nella società. Tra novembre 2021 e aprile 2022 la ricerca di Grossi Maglioni proseguirà in collaborazione con una rete di partner internazionali e verrà rilanciato e ampliato grazie al sostegno della X Edizione dell’Italian Council. La ricerca di Grossi Maglioni coinvolgerà accademici e sarà sviluppata tramite talk e workshop presso la Biennale di Kaunas, l’Accademia di Belle Arti di Bratislava, il < rotor > Centre for Contemporary Art di Graz, AlbumArte e il MAXXI di Roma.L’evento si inserisce nel contesto della XVII Edizione della Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani e sostenuta dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiC – Ministero della Cultura.

Grossi Maglioni (Francesca Grossi e Vera Maglioni, *1982, Roma) hanno iniziato la loro collaborazione nel 2006 e hanno costituito la loro ricerca principalmente nell’ambito della performance, dell’installazione e del workshop.
La pratica performativa è spesso combinata con la produzione di oggetti e installazioni manipolabili che ospitano laboratori, incontri ed eventi pubblici.

L’indagine su diversi temi legati alla società e alle soggettività, coniuga i metodi della ricerca artistica con quelli dell’antropologia e dell’educazione, concentrandosi nella produzione di progetti a lungo termine su argomenti politicamente controversi.
Gli ultimi lavori hanno come soggetto la relazione con l’altro, in particolare la relazione a due, ed indagano le immagini e la rappresentazione del gesto.

Nella primavera del 2020, periodo di esplosione della pandemia, Grossi Maglioni ha avviato un lavoro di confronto e riflessione sulle problematiche legate alla cura e alla maternità scrivendo, con l’artista Sara Basta, una lettera aperta, “Siamo noi le vere mostre!”, sulla condizione delle madri artiste in Italia. L’obiettivo era quello di portare alla luce il gender gap che riguarda le artiste e che viene percepito fortemente nella quotidianità.

Come duo, Grossi Maglioni ha cominciato a lavorare a questo tema quando Francesca Grossi ha avuto la sua prima figlia, Bianca, nel 2015. Da allora, hanno costruito nidi e rifugi all’interno delle loro installazioni, dove potersi occupare dei propri figli. Successivamente le artiste hanno avuto altre gravidanze, durante le quali hanno iniziato a lavorare alla trasformazione del corpo attraverso costumi e fotografie per rendere evidente come l’instaurarsi di una relazione di cura possa portare il corpo e la mente della donna ad espandersi e modificarsi anche in modi fantastici e terrificanti.

Nel 2017, per la mostra “Campo Grossi Maglioni” realizzata ad AlbumArte, Roma, hanno sviluppato una prima configurazione di una Tenda dell’accudimento, che ha dato avvio ad un nuovo lavoro performativo e partecipato che ha coinvolto madri e bambini. Nel 2018, in Serbia, durante un laboratorio, in occasione della residenza “Magic Carpets”, hanno dialogato con un gruppo di donne al fine di scrivere una narrazione che aveva come protagonista una “Madre Bestia”. Durante l’incontro sono emersi alcuni racconti legati alla cultura serba in cui la narrazione sulla madre si accompagnava a quella della guerra, restituendo un’immagine eroica, dedita alla patria, che si discosta totalmente dall’immagine di donna con fattezze animali e caratteristiche letali o seduttive che le artiste avevano trattato in precedenza.

Le opere di Grossi Maglioni sono state esposte in gallerie, musei e istituzioni accademiche, tra cui: Kaunas Picture Gallery, Kaunas; < rotor > center for contemporary art, Graz; Kunsthalle Bratislava; Accademia di Ungheria, Roma; Novo Kulturno Naselje, Novi Sad; Istituto Svizzero, Roma; AlbumArte, Roma; American Academy, Roma; Viafarini, Milano; MACRO, Roma; Verkstad for konst, Norrköping; ERBA Ecole Régionale des Beaux Arts di Besançon; Museo Konstall, Vasa. Hanno partecipato a numerose residenze, tra cui: Magic Carpets Residency, Novi Sad; Rupextre, residenza per artisti e antropologi, Matera; Svenska konstskolan, Nykarleby. Dal 2008 al 2014, il duo ha fatto parte della piattaforma di ricerca internazionale per le arti performative, le scienze e le tecnologie Vision Forum, con sede in Svezia.

Grossi Maglioni – THE CAVE. Inaugurazione sabato 11 dicembre, ore 18.00 – Apertura della mostra fino al 29 gennaio 2022.

Fonte: Ufficio stampa MAC Lissone – Sara Zolla

Archiviato in:Anno VII - n.81 / Dicembre 2021, Arte Moderna Contemporanea d'Avanguardia & Tecniche miste, Installazioni StreetArt SiteSpecific, Milano - Area Metropolitana, MILANO e hinterland Contrassegnato con: Grossi Maglioni, installazione The Cave, MAC Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, REDAZIONALI

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