L’incontro, titolato “L’ascolto dei cittadini come vocazione dei Carabinieri”, è stato organizzato dall’Associazione Regionale Pugliesi di Milano e si è svolto sabato 12 ottobre nella sede dell’Associazione dei Marinai d’Italia.
La sede è suggestiva: la darsena di Milano, il porto della città con le acque che confluiscono dal Ticino per poi lasciare il capoluogo lombardo verso il pavese e proseguire il loro corso al mare. La sede della Associazione Nazionale Marinai d’Italia festeggia i suoi primi 50 anni. Lo ricorda il suo presidente nel presentare l’incontro con uno dei protagonisti della nostra vita istituzionale, il generale di brigata Pierluigi Solazzo, nato a Magliano, frazione di Carmiano, a pochi passi da Lecce, appena la sua famiglia si era trasferita da Lissone, allora provincia di Milano, nel paese di origine.
Il personaggio, di questo trattasi, è stato protagonista per un trentennio delle vicende che hanno interessato l’Italia sul piano delle emergenze civili (il covid e ben tre terremoti, le Marche, l’Abruzzo e Amatrice) e soprattutto nei fatti criminali in Italia, del sud e anche del nord. Lo presenta il generale Camillo De Milato, Presidente dell’Associazione Regionale Pugliesi di Milano, che rievoca un passato comune soprattutto nel lungo, faticoso e impegnativo cursus onorum, che passa dall’ammissione in Accademia e soprattutto nelle esperienze sul campo, corpo a corpo con le incombenze che riguardano la sicurezza.
Non prima di aver dato la parola per un saluto all’on. Riccardo De Corato, che nella sua lunga militanza politico istituzionale fino a ricoprire il ruolo di vice-sindaco a Milano e assessore alla sicurezza ha ricordato l’evoluzione di questo luogo, da banchina in questa sede in cui i marinai di Milano testimoniano il contributo di sangue dato.
La vita del Comandante Pierluigi Solazzo è ricca di fatti, punteggiata da episodi, difficoltosa nelle scelte da compiere in un territorio come quello del nord leccese caratterizzato dall’attività criminosa della Sacra Corona Unita che in quegli anni impazzava, dedita ai traffici di droga e agli illeciti di altra natura e scorrazzava fino alle coste albanesi e montenegrine, con il contrabbando di sigarette e anche di sostanze di ogni genere, purché lucrose. Non era facile vivere tranquilli in quelle zone. Lo salvarono solo la frequentazione dell’ambiente religioso, l’oratorio e l’Azione Cattolica, e le amicizie adolescenziali salde e oneste, per bene. Queste hanno consentito di uscire indenne, anzi lo studio al Liceo Scientifico Giorgi di Lecce ha corroborato il suo spirito e lo ha convinto a intraprendere la carriera militare, proprio per contrastare la illegalità diffusa che funestava il suo paese. Quindi la passione e l’impegno negli studi, l’Accademia Militare di Livorno e di Modena. “Due anni senza aver vissuto”, ricorda così quel periodo impegnativo della sua vita, dedicato agli esercizi e agli studi, alla formazione. E anche i suoi compagni e i superiori, esempio di integerrima dedizione come servitori dello stato.
L’uditorio è attento. “Sembra un film per immagini”, lo blandisce De Milato. Ma lui continua nella narrazione ora lieta, ora cupa, soprattutto quando cominciano gli incarichi sul territorio, faccia a faccia, corpo a corpo con il crimine, anche all’interno dell’Arma.
Fasano (Br): il compito di riorganizzare la Compagnia con la necessità di operare degli arresti spiacevolissimi di collaboratori. Monreale (Pa), con tutto il circondario di criminalità consolidata, le cosche, la necessità di debellarle, gli incarichi presso il Comando Centrale nella Sala Operativa, il ritorno sul territorio a Bologna e ora finalmente a Milano. E’ tutto un susseguirsi di fatti incresciosi, di successi, di difficoltà. “Bisogna avere sempre in mente che i cittadini si aspettano da noi un aiuto fattivo per debellare la criminalità e assicurare serenità. L’ho detto ai miei, continua il generale Solazzo, che devono avere dei rapporti stretti con i cittadini, di sentirseli alleati nella lotta per la giustizia e per la sicurezza”. Il racconto continuerebbe per ore, sempre teso, sul filo del rasoio. “Sarebbe stato bello che fosse ascoltato da tutti i milanesi”, incalza De Milato. Intanto è stato fatto un primo passo. Un applauso convinto e un virtuale abbraccio al generale Solazzo e agli altri militi presenti conclude l’incontro, davvero commovente ed esaltante, se non ci fossero quei fatti criminali elencati anche nel nostro territorio che tengono desta l’attenzione per garantire l’incolumità e la sicurezza dei cittadini da parte dei nostri Carabinieri che si adoperano compiendo il loro dovere a rischio di pericolo delle loro stesse vite.
*Nella foto in evidenza: il tavolo degli oratori