
La conferenza “Io ti ascolto” promossa da Fratelli d’Italia, dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato e dal Dipartimento Famiglia avanza le proposte. Con carota e bastone…
È la metropoli ambrosiana che più di altre sta soffrendo la devastante avanzata di giovani allo sbando. Anche italiani, ma nella maggior parte figli di immigrati stranieri, che provocano danni insanabili con una criminalità che sta sempre più abbassando i limiti di età, e un bullismo che offende materialmente e psicologicamente. Come fermare quella che ormai è una crisi sociale e urbana tale da avvilire l’impegno delle Forze dell’Ordine oltre a danneggiare la vivibilità dei cittadini che lavorano per il bene della collettività? Nel corso della conferenza tenutasi mercoledì 28 maggio all’hotel Enterprise, sono sortite proposte che invocano la carota ma, se necessario, anche il proverbiale bastone.
Introducono i lavori il Consigliere di Zona 1 Simone Orlandi, organizzatore dell’evento, e il consigliere comunale di FdI Francesco Rocca, i quali evidenziano come le baby gang, formate per lo più da giovani immigrati di seconda generazione non si sentano né carne né pesce, né italiani né appartenenti alla nazionalità paterna. Non lavorano, sognano il guadagno facile, il consumismo raggiungibile con ogni mezzo e bivaccano in improvvisati ghetti. Ad onta di ciò, il Comune di Milano sta chiudendo quelli che possono essere importanti centri educativi e di attività sportiva, ma ospita e blandisce pericolosi centri sociali come il Leonka o i capisaldi anarchici.
Per l’avvocato penalista Domenico Frasca «la recrudescenza della devianza giovanile è ormai allarme sociale. La criminalità minorile ha purtroppo fatto decisi passi avanti, ma il nostro codice penale è inadeguato, perché fermo agli anni Ottanta e non tiene conto del fatto che oggi i minorenni commettono gli stessi reati dei maggiorenni. Oltre a ciò, questi individui vivono nell’ambito dei social-media e si vantano dei loro crimini o del revenge porn. Abbiamo un codice inadeguato, dove l’imputato non si confronta né con la vittima né con un regolare processo. Occorre assolutamente rivedere la legge Zampa, per consentire il rimpatrio dei minori stranieri, che arrivano al 51% della popolazione carceraria minorile. Infatti costoro, ovviamente senza documenti, si dichiarano tutti diciassettenni, sì da usufruire dei benefici di legge. Dobbiamo uscire da quello che è un “perdonismo” falsamente rieducativo.»

L’On. Maddalena Morgante, in video collegamento, chiede «che la famiglia torni protagonista per conoscere i disagi giovanili e quindi prevenire e curare. Le altre componenti che possono lenire questi mali possono essere la scuola, lo sport e il volontariato. Ormai sono frequenti gli atteggiamenti violenti e di oppressione psicologica, poi trasformati in cyber bullismo. Dobbiamo non consentire l’uso di cellulari all’ età di 8 o 9 anni, in quanto possono offrire immagini e filmati traumatici, con violenza, sesso e pedopornografia. Va inoltre alzata a 16 anni l’età per consentire l’accesso ai social-network».
Andrea Castellano, Vice Responsabile nazionale di FdI per Legalità e Sicurezza, anch’egli in video collegamento, esorta a chiederci perché la criminalità giovanile ha preso tanto spazio. «La società è fortemente mutata. Quella di ieri era più stabile, controllata, educata, senza le deviazioni tecnologiche di oggi, con il pericolo di emulazione dato da giovani sbandati o i cosiddetti “maranza”. Sono venuti a mancare gli esempi edificanti, non si rispettano più i confini morali, si è perso il senso del sacro, lasciando spazio a nuove alienazioni sociali. Dobbiamo affiancare le persone con supporti sociali e psicologici, Di grande importanza è lo sport, che trasmette valori quali disciplina, rispetto per l’avversario, lealtà…» E annuncia che questa campagna di FdI parte da Milano ma intende entro breve raggiungere Bologna, Firenze e poi il Sud Italia.
Prende poi la parola l’avv. Antonino La Lumia, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano, per ricordare che «il 95% dei reclusi nel carcere minorile Beccaria è costituito da stranieri, vittime di alcol e stupefacenti, che non hanno riferimenti familiari né sociali, sfociando così nella aggressività e nella assoluta mancanza di valori. Il fatto che 960 mila minorenni (il 40%) abbia ammesso di aver fatto uso di droga almeno una volta nell’ultimo anno e ben 680 mila (il 28%), ammette di farne normalmente uso, è decisamente preoccupante. Necessita un urgente equilibrio fra repressione, che preferiamo chiamare azione di contenimento, ed educazione alla legalità. Dobbiamo far comprendere che determinate regole che possono apparire restrittive, sono in realtà la tutela delle nostre stesse libertà. Occorre altresì investire nelle aree con maggior povertà economica e culturale, partendo dalle periferie. Dobbiamo ridare a questi giovani, che non hanno il minimo senso dell’educazione e del civismo, una risposta abitativa e culturale. Perché se hanno una occasione di fiducia e di riscatto sociale per costruire il loro futuro, viene meno quella che è la recidiva di reato».
«Quando interveniamo noi – conclude Pasquale Griesi, sindacalista FSP della Polizia di Stato – significa che la famiglia e la scuola hanno fallito. Ed ecco che siamo costretti al “contenimento”, ovvero repressione. La percezione di mancanza di rispetto e di aggressione verso le Forze dell’ordine è tanto sentita quanto usata per contestare pretestuosamente il Governo. Ma ciò che mi sconcerta è che chi dovrebbe difendere le istituzioni giustifica invece la rivolta sociale. Mi ha lasciato incredulo il sindaco di Modena quando ha dichiarato che, “questi movimenti sono motivati dalla invidia sociale, dall’odio di classe per il gap di possesso dei beni materiali che esiste fra ceti diversi”. Ebbene, questo messaggio è pericolosissimo, perché tende a giustificare i disordini sociali finalizzati allo smodato consumismo modaiolo. Vergogna infine – sbotta esacerbato Griesi – per le accuse oggi pervenute alla nostra Premier, di una Polizia razzista. E siamo i più teneri in Europa…»