
Il nostro Daniele Carozzi si cimenta in un dialogo immaginario con Clistene sul concetto vero di democrazia.
Buongiorno Clìstene, scusami se disturbo il Tuo più che bimillenario sonno
«Beh, mi auguro che ci sia un motivo più che valido, visto che ho terminato la mia esperienza terrena quasi cinque secoli a.C.»
In effetti, il motivo c’è. Noi Ti ricordiamo come uno dei padri della Democrazia e da Te vorremmo qualche delucidazione su di essa…
«E perché non hai disturbato Socrate? È lui il padre fondatore della Democrazia»
Perché tu hai migliorato la Democrazia Socratica, consentendo la partecipazione dei cittadini a prescindere dal loro censo o ricchezza, Insomma hai dato davvero a tutti la possibilità di esprimere un parere o un voto sull’Agorà
«E dunque? Mi risulta che voi l’abbiate ulteriormente migliorata, dando la possibilità di voto anche alle donne e ai molto giovani»
Ecco, questo è vero, però, abbiamo sempre più persone che si lamentano della democrazia, ritenendola quasi una dittatura, o c’è chi fa a gara per essere più democratico di altri
«Uhm… questo non è un buon segno. Anche perché se la gara ad essere più democratici di altri significa dare concessioni o diritti a piene mani, questo non è un vantaggio per la Democrazia»
Che consiglio ci vuoi dare?
«Io non sono addentro alle mentalità e modernità che vi circondano e dalle quali a volte siete fuorviati, quindi posso darvi unicamente dei consigli di principio»
Pendiamo dalle Tue labbra
«Cominciamo con il dire che la Democrazia, per esistere e concedere a tutti le libertà consentite dai codici e dalle leggi, deve godere del rispetto assoluto delle leggi, regole e norme che voi avete votato sull’Agorà…»
Che per noi ora si chiama Parlamento, formato da Camera e Senato… dove ci sono i rappresentanti votati dal popolo
«Va bene… quel che è. Ma, dicevo, ciò che viene deciso in questo… Parlamento, poi deve essere rispettato con rigore. Se leggi, norme e disposizioni vengono disattese, stravolte, interpretate in modo lassista o permissivo, significa voler uccidere la Democrazia stessa. Quella che sembra una restrizione di alcune libertà, è in realtà la possibilità per godere delle più grandi libertà. Democrazia significa libertà di scelta, ma le libere scelte devono poi essere applicate e osservate in modo… consentimi il termine che si usava ai miei tempi, tirannico. Ovvero senza eccezioni o tolleranze. Altrimenti vi è il rischio che vi troviate la vera tirannia: quella che non chiede mai pareri sull’Agorà, o come lo chiamate voi…»
Ecco Clìstene, uno dei nostri problemi è che anche in tempi di Democrazia vi sono disordini, proteste violente, vandalismi, aggressioni, contestazioni contro il potere democraticamente eletto…
«Quelle persone che fomentano disordini e violente proteste, avevano la possibilità di decidere i loro rappresentanti? Di votare liberamente sull’Agorà o come diavolo lo chiamate voi? Perché se hanno perso devono accettare ciò che ha deciso la maggioranza. Questa è la Democrazia. Quando per libere votazioni vinceranno loro, attueranno ciò che è nelle loro menti e nei loro principi»
Loro criticano ciò che il Governo sta attuando, perché non sono d’accordo…
«Ma è ovvio, che pretesa! Sarebbe assurdo pensare che un Governo metta in pratica ciò che desidera la controparte. Tradirebbe chi lo ha voluto e non sarebbe Democrazia. Anzi, ti rivelerò una cosa che a molti sembrerà impossibile. Quando al Governo c’è il mio antagonista, se lo critico perché non applica ciò che il mio cuore o la mia mente desiderano, sono un perfetto stupido. Perché se fossi io al Governo di certo non attuerei i desiderata del mio antagonista. E dunque il segreto sta, paradossalmente, nel criticare chi è al Governo solo se non attua i SUOI progetti tanto declamati e assicurati durante la propaganda prima del voto. Se non fa felice la gente che lo ha scelto sull’Agorà, io, quale controparte, posso sempre dire: “vedete o popolo? Lo avete votato ma non è in grado di soddisfare le vostre richieste… Non vi merita!”»
Beh, caro Clìstene, questa è una cosa alla quale non avevo pensato…
«Pensaci, pensaci, anche se non servirà a molto…»
Scusa? Cosa vorresti dire?
«Ti voglio confidare una cosa, ma tienila per te: la Democrazia è bella, quasi perfetta, ma è fragile. È valida e forte soltanto per persone intelligenti, equilibrate, di buon senso. E siccome ciò è cosa molto rara, la sua debolezza la porta al destino di morire, di essere fagocitata dalla tirannia, dal despotismo. Come ben sai, la mia cara Democrazia ateniese è stata sopraffatta dai Macedoni. E forse anche voi avete, ormai molto vicini, i vostri Macedoni. Ad maiora!»
*Immagine in evidenza generata dall’AI