Debutta venerdì 12 ottobre alle ore 21.15 presso il Teatro Libero, GI GAN TI tratto da “I giganti della montagna” di Luigi Pirandello, nuovo allestimento ideato e diretto da Lia Chiappara, seconda anteprima della 51ª stagione internazionale 2018/2019. La nuova produzione del Teatro Libero vedrà in scena Matteo Anselmi, Roberta Belforte, Alice Canzonieri, Gloria Carovana, Vincenzo Costanzo, Massimo Rigo, Silvia Scuderi e Giuseppe Vignieri. Le musiche sono di Antonio Guida.
«GI GAN TI – spiega la regista Lia Chiappara – propone l’idea profonda di teatro come “arte” non impossibile ma fragile e precaria, perennemente in bilico fra gli impulsi dell’invenzione fantastica e le risorse dell’abilità pratica». A partire da queste suggestioni de I giganti della montagna di Luigi Pirandello, chiarisce la regista «il lavoro prova ad esplorare il problema dell’autonomia dell’arte, condizione da sempre vissuta da ogni “artista”, non senza lacerazioni e contraddizioni». Gli scalognati, candidi illusi, ubriachi di infinito, fuori dalla vita perché giocano “vite”. I comici, fuori dalla realtà perché attori, e attori non accettati dal pubblico per la loro poetica. I due mondi s’incontrano, in una villa, in un luogo immaginifico dove realtà e sogno si confondono. «Un luogo misterioso – prosegue Lia Chiappara – dove tutto è possibile (simbolo di quello che dovrebbe essere il teatro allo stato puro, senza le contaminazioni della realtà quotidiana, che ne limita l’azione e la realizzazione). Dall’incontro di questi due mondi riparte la tragica dialettica sull’arte, sulla poesia… sull’uomo».
Un lucido sogno metafisico che si ciba di storie, di atmosfere antiche e permette ai due mondi di venire in contatto, creando le condizioni di sopravvivenza per la necessità di poesia-vita di Ilse. Ilse, fedele a un concetto di teatro che rivendica la vita, la cattura in un mondo magico più reale della realtà, “la verità dei sogni più vera di noi stessi”, accetta di restare nella villa. Rinunciando alla condizione di eroina (che gioca se stessa fino al sacrificio estremo per salvare il teatro) denuncia la sua fragilità di sognatrice a dispetto di una umanità che non sa che farsene dei sogni, della poesia. Una società pronta al richiamo di un pragmatismo giustificatore di tutto, anche di una guerra preventiva. E i comici? I comici, immagine di un’arte-mestiere, per sopravvivere a se stessi, tenteranno un “teatro” dove la società “sorda” d’oggi possa rispecchiarsi.
Repliche: sabato 13, venerdì 19, sabato 20 ottobre.
Fonte: Comunicazione – Teatro Libero