La mostra “Perché il cielo è di tutti e la terra no?” di Giuseppe Stampone ospitata dal CIAC Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno dal 24 marzo al 30 settembre presenta la produzione recente dell’artista con diversi suoi lavori legati ad alcuni temi-chiave che va sviluppando da tempo: la dilatazione e la riappropriazione del proprio tempo intimo, tramite disegni stratificati, eseguiti con la penna BIC in nero, rosso e blu, di immagini iconiche prese dal web e rielaborate in pezzi unici in un processo di ribellione alla dittatura dello spazio-tempo frenetico in cui tutti siamo immersi; la reinterpretazione di quadri storici in chiave contemporanea con la denuncia del fenomeno migratorio e della estrema povertà di grandi fasce della popolazione mondiale; la battaglia per una educazione globale, attraverso mappe, guide turistiche e abecedari, che invitano a riflettere su temi attuali come le migrazioni, le risorse idriche, le guerre.
Tra le opere in mostra troviamo: l’installazione P-W Peace and War, lunga 13 metri con 114 bandiere corrispondenti ai diversi Paesi vincitori del Premio Nobel che denuncia la logica di potere alla base del più importante riconoscimento internazionale, Premio occidentale per gli occidentali; la tavola Origine du monde, rielaborazione del Ratto d’Europa di Rembrandt, che evidenzia il fallimento della primavera araba e le nuove guerre di religione; venti disegni del ciclo sui Dittatori del XX secolo con immagini prese da copertine di varie riviste internazionali, ridisegnate in un ironico reset contemporaneo; una grande mappa divisa in 12 moduli di 1 metro quadro ciascuno con immagini iconiche da tutti i paesi del mondo; la nuova opera su tavola sempre disegnata a penna BIC Perché il cielo è unico e la terra è tutta spezzettata (da una frase di Rodari) in cui viene riattualizzato, mettendo in evidenza il rapporto tra potere e sovranità, il polittico detto di Donna Brigida del 1492 di Nicolò Alunno conservato nella chiesa di San Nicolò a Foligno. Quest’opera è affiancata da sei cornici, vuote al loro interno, in legno bianco sul bianco dei muri, accompagnate da una targhetta in cui sono indicati autori e dati tecnici dell’opera evocata, come La resurrezione di Piero della Francesca, La zattera della Medusa di Gericault, La libertà guida il popolo di Delacroix, Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, La rivoluzione siano noi di Beuys e Guernica di Picasso, aggiornamenti di fatti passati con quelli odierni; lo spettatore viene chiamato così ad una precisa responsabilità perché quello spazio vuoto va riempito dalla sua forma mentis che, per vedere l’opera, deve ricostruirla mentalmente riportandola alla fantasia e alla coscienza.
Un’altra installazione che si rifà alla frase di Rodari è fatta di gomma piuma e pittura ad olio con l’intento di ridisegnare la possibilità di cielo; Linea retta finita è un camion giocattolo tridimensionale con la scritta Emigration Made come quella della Coca Cola e un telecomando per gestirlo che ironizza sui camion che trasportano gli emigranti; infine il video dell’importante lavoro Saluti da L’Aquila, dedicato alla tragedia del terremoto, dove scorrono, come titoli di coda di un film e per il tempo di durata della scossa sismica, i nomi delle 308 vittime.
Stampone si definisce “una fotocopiatrice intelligente” che fa una sola copia e crede che occorra ritornare all’archè e ricostruire il processo creativo con cui si formalizzava il pensiero all’origine. Per ottenere ciò bisogna riappropriarsi del tempo. Il suo lavoro è un appello ad una ri-costruzione che l’artista lancia in ogni opera poiché concepisce l’operazione artistica come arte partecipativa.
GIUSEPPE STAMPONE (Cluses, Francia 1974) vive tra Roma e Bruxelles.
La sua produzione artistica alterna installazioni multimediali e disegni fatti con la penna Bic. La sua arte è una forma potente di protesta politica. Con i suoi lavori invita il pubblico a riflettere su temi fondamentali come l’immigrazione, l’acqua e la guerra. Ha fondato il network Solstizio (www.solstizio.org) co-finanziato dall’Unione Europea e sviluppato in vari Paesi, progetto basato su interventi artistici in cui le nuove generazioni trattano di temi contemporanei globali come l’ambiente, i conflitti sociali e le economie sostenibili. In Solstizio Stampone ha realizzato varie installazioni artistiche in spazi pubblici con la partecipazione di 30.000 cittadini da dieci diverse nazioni. Collabora con varie Università come l’Accademia di Belle Arti di Urbino, lo IULM a Milano, l’Università Federico II di Napoli and il McLuhan Program in Culture and Technology di Toronto. Elabora interventi di ricerca e sperimentazione sull’arte e i nuovi media con Alberto Abruzzese e Derrick De Kerckhove. Il suo lavoro è stato esposto in diverse Biennali, musei e fondazioni internazionali, diversi dei quali posseggono sue opere.
Dal 2017 è membro associato della Civitella Ranieri Foundation di New York, e dal 2013 è membro associato di The American Academy di Roma, nello stesso anno è stato invitato a svolgere una residenza artistica al Young Eun Museum of Contemporary Art (YMCA) di Gwangju nella Corea del Sud.
Suoi lavori sono stati esposti in diverse rassegne internazionali d’arte, musei e fondazioni, tra cui:
Biennale di Architettura di Seoul, Corea del Sud (2017); Triennale di Ostenda, Belgio (2017); 56ma Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, Padiglione nazionale cubano (2015); Biennale di Kochi-Muziris, Kerala, India (2012); 11ma Biennale de L’Avana, Cuba (2012); Biennale di Liverpool, UK (2010); 14ma e 15ma Quadriennale di Roma (2004–2008); Museo del Massachusetts Institute of Technology di Boston, Stati Uniti d’America (2016); The American Academy di Roma (2008-2013-2014-2015); Museo dell’Arte Kunsthalle di Gwangju, Corea del Sud; Wilfredo Lam Contemporary Art Center di L’Avana, Cuba; MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del 21mo Secolo di Roma; MACRO – Museo dell’Arte Contemporanea di Roma; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Palazzo Reale, Milano; Triennale Bovisa, Milano; Cabaret Voltaire, Zurigo, Svizzera; GAMeC – Galleria D’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo,; The Invisible Dog Art Center, Brooklyn – NYC, Stati Uniti d’America.
Opere di Giuseppe Stampone sono custodite in diverse fondazioni e collezioni pubbliche tra cui:
Museo MAXXI, Roma; Fondazione della Biennale di Kochi-Muziris, Kerala, India; Fondazione della Biennale di Sidney, Australia; Fondazione della Quadriennale di Roma; Museo di Arte Contemporanea MACRO, Roma; Phelan Foundation, New York, Stati Uniti d’America; Museo del GAMeC di Bergamo; Museo di Arte Contemporanea Wilfredo LAM, L’Avana, Cuba; Fondazione Birbragher, Bogotà, Colombia; Collezione La Farnesina, Roma; Fondazione La Gaia, Busca; Museo di Arte Contemporanea L.Pecci, Prato.
Giuseppe Stampone è rappresentato dalla Galleria Prometeo di Milano-Lucca, Italia; dalla Galleria MLF di Bruxelles; e da Galleria Edoardo Secci di Firenze.
Fonte: Studio Lucia Crespi – Ufficio Stampa CIAC, Centro Italiano Arte Contemporanea