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Roma: “Digital As Dance Partners – FRAMEWORKS.  Un progetto di Romaeuropa nell’ambito di AEROWAVES

22 Giugno 2020 by Redazione Farecultura -

Aerowaves è un hub per la scoperta della danza in Europa, nato durante il periodo di lockdown, come conseguenza alle restrizioni sulle esibizioni live.

 

Appuntamento il 25 giugno, a partire dalle ore 20, sul sito romaeuropa.net con il progetto Digital As Dance Partners – FRAMEWORKS, corealizzato da Romaeuropa nell’ambito del network europeo dedicato alla nuova danza Aerowaves. Il sito del REf e dei partner progettuali diventa un palcoscenico virtuale per ospitare una selezione di opere coreografiche pensate appositamente per il web.

Nata durante il periodo di lockdown, come conseguenza alle restrizioni sulle esibizioni live, questa iniziativa targata Aeworaves e Spingback Production invita gli artisti a immaginare delle possibilità di trasformazione dei supporti digitali in veri e propri partner di danza, esplorando i territori della coreografia in dialogo con le tecnologie interattive.

Partecipano a Frameworks con coreografie di una durata che va dai 5 ai 30 minuti: Léa Tirabasso (Regno Unito / Lussemburgo), Henrique Furtado e Chiara Taviani (Portogallo / Italia), Joy Alpuerto Ritter e Lukas Steltner (Germania), Máté Mészáros e Nora Horváth (Ungheria), Alessandro Carboni (Italia), Ekin Tunçeli (Turchia), Masako Matsushita (Italia) e Julien Carlier (Belgio).

Il progetto è commissionato da Aerowaves, The Place (Regno Unito), Fondazione Romaeuropa (Italia), National Dance Centre Bucharest (Romania), EN-KNAP / Spanski Borci (Slovenia), BMotion / OperaEstate Veneto Festival (Italia), Dansens Hus Stoccolma (Svezia), Bora Bora (Danimarca), Mercat de les Flors (Spagna), O Espaço do Tempo (Portogallo) e Tanec Praha (Repubblica ceca).

Aerowaves è un hub per la scoperta della danza in Europa, che identifica il lavoro più promettente degli artisti di danza emergenti e lo promuove attraverso spettacoli transfrontalieri. La rete di partner di Aerowaves in 33 paesi consente a questi giovani coreografi di portare una danza nuova a un pubblico nuovo. Aerowaves è una piattaforma finanziata dal programma Creative Europe dell’Unione europea.

 

GLI ARTISTI E LE COREOGRAFIE PRESENTATE

MÁTÉ MÉSZÁROS & NÓRA HORVÁTH / FILTER OUT (LIVE – 15 min)
Due corpi reali si incontrano in uno spazio virtuale infinito. Dall’esterno questi corpi potrebbero sembrare completamente immobili ma internamente, sotto la superfice, sono carichi di tensione. Usando uno smartphone, Máté Mészáros & Nóra Horváth creano un’esperienza visiva complessa, che fa a meno delle luci teatrali e dei costumi. Tutto ciò di cui hanno bisogno è uno spazio neutro in cui i corpi possano presentarsi e di un dispositivo utile a creare mille diverse realtà. In fondo che cosa è reale? Che cosa irreale? La mia verità è anche la tua verità? E cosa diventa la realtà attraverso i media digitali?
Credits – Choreography & performance: Máté Mészáros, Nóra Horváth | Camera operator & artistic assistant: Karl Rummel | Filters’ design: Nóra Horváth | Music: Sebastian Reuschel | Consultant:  Balázs Oláh

JOY ALPUERTO RITTER & LUKAS STELTNER / rOOms  (LIVE – 30 min)
Attraverso i laptop e i vari dispositivi portatili le nuove tecnologie si sono fatte strada nelle nostre case. Soprattutto durante la pandemia e il lockdown sono diventate il nostro principale strumento di comunicazione con il mondo esterno. Attraverso Zoom, Skype o le Instagram’s Stories abbiamo acconsentito sempre più a dare accesso all’intimità dei nostri interni domestici. Joy e Lukas costruiscono un film interattivo in cui condividono momenti di isolamento, dubbi, noia e momenti di gioia vissuti durante il lockdown. Attraverso le tecnologie cercano di trovare un modo creativo per affrontare questa straordinaria situazione.
Credits – Choreography and performance: Joy Alpuerto Ritter & Lukas Steltner | Music composer: Vincenzo Lamagna | Technical support: Enya Belak Gupta

JULIEN CARLIER / Through the wire (10 min)
Un’esperienza in stile videoconferenza per seguire il tentativo del chitarrista Gaëlle Solal e della danzatrice Julien Carlier di connettersi tra loro attraverso un labirinto sia fisico che virtuale. Una pièce nella quale i due artisti si chiedono in che modo possa avvenire il contatto da remoto: cosa implica non essere più in grado di toccarsi? Ed è possibile condividere lo stesso presente attraverso schermi interposti?
Credits – Choreography:  Julien Carlier |Performance:  Julien Carlier (dance) and Gaëlle Solal (guitar) Video assistant: Jeremy Vanderlinden | Artistic advice: Fanny Brouyaux |Sound advice: Simon Carlier

CHIARA TAVIANI & HENRIQUE FURTADO VIEIRA / That time may cease and midnight never come (20-30 min)
«La casa prepara a sognare ad occhi aperti, la casa protegge il sognatore, la casa permette di sognare in pace» afferma Gaston Bachelard. That time may cease and midnight never come è uno studio digitale dell’immaginazione attraverso la casa e I suoi spazi: dalla vasca da bagno alla cucina, dalla biblioteca al seminterrato – senza tralasciare gli angoli nascosti come l’armadio o il camino. Taviani e Vieira cercano di descrivere la nostra condizione contemporanea nelle circostanze di confinamento dovute al Covid. Il loro è un tentativo di rimanere connessi agli spazi in cui viviamo, di preservare e favorire uno sguardo poetico di fronte all’apparente banalità e prevedibilità del ricettacolo domestico. «Riempire le immagini del momento storico in cui viviamo, confrontarci con spazi spopolati, ci fa meravigliare e soffermare sulla domanda di Martin Heidegger: perché ci sono degli esseri, invece di niente?»
Credits – Choreography: Chiara Taviani & Henrique Furtado Vieira | Performance: Chiara Taviani, Henrique Furtado Vieira, Simone Previdi, Vera Nunes, Leonor Nunes, Fred | Thanks to Forum Dança, Hugo Coelho, Luís Rosário, O Rumo do Fumo

LÉA TIRABASSO / Octopus (10 min)
Octopus è l’esplorazione digitale di una sezione della pièce La vita effimera di un polpo. Oltre alla ricerca sulla disfunzione cellulare, il lavoro mette in discussione la disfunzione comportamentale, sociale e politica. Osserva i movimenti invisibili delle unità viventi, la cui capacità di muoversi e riprodursi ha un grande impatto sull’insieme di cui fanno parte. È il ripristino del contatto e la creazione di una massa cellulare e sociale virtuale con cui si gioca, in questo particolare contesto.
Credits – Choreography: Léa Tirabasso | Performance: Alisair Goldsmith, Baptiste Hilbert, Catarina Barbosa, Joachim Maudet, Rosie Terry Toogood | Music: Martin Durov

ALESSANDRO CARBONI / Unleashing ghosts from Urban Darkness (LIVE – 20 min)
Con EM Tools Alessandro Carboni ha sviluppato, insieme ad altri 8 artisti situati in diverse località del mondo, un metodo coreografico che usa il corpo come “device” per catturare ed estrarre eventi urbani e mappare ciò che accade in un posto dal punto di vista dell’estensione geometrica e temporale. Gli 8 artisti prendono parte a un processo di creazione collettiva incentrato sulla raccolta di forme, situazioni ed eventi urbani lungo un itinerario per creare, infine, una mappa corporale.
Credits – Concept, choreography and visuals: Alessandro Carboni | Performance: Tsui Yik Chit, Danila Gambettola, Vitória Beatriz de Aquino Andrade, Martina Piazzi, Rose Lijia v.m, Loredana Tarnovschi, Aris Papadopoulos, Carolina Carloto | Camera: Ottavia Catenacci, Anoop Poona, Ivar Janssen, Yiannis Tsigkris, Carrol Ho, Luca Fani, João Tairum, Martino Scarlata |Assistance: Ana Luisa Novais Gomes and Alessandro Toscano | With the support Formati Sensibili

MASAKO MATSUSHITA / Digging (20-30 min)
Scavare vuol dire combinare due differenti processi: la rottura o il taglio della superficie e la rimozione e il trasferimento della materia trovata. Digging utilizza lo strumento digitale e si focalizza in un intervallo di tempo che va dal pre-lockdown al post-lockdown. Rompendo la superficie dello schermo quadrato Matsushita dà il via ad uno scavo digitale in cui rimuove e trasferire pulsazione e ritmo, strati e strati di informazioni, il peso della materia digitale e il caos degli schemi virtuali che cambiano continuamente senza che nessuno se ne accorga. Dove ci porterà questo scavare? In quanti strati della vita dobbiamo affondare? Qual è l’accordo tra i dispositivi tecnologici e i nostri corpi?
Credits – Choreography: Masako Matsushita in collaboration with Ingvild Isaksen | Creation contribution: Flora Barros, Kurumi Nakamura, Sivan Rubinstein, Cornelia Voglmayr | Music produced and composed by: Lgo Ygo (Liran Donin) | With the support of: Nanou Associazione Culturale

EKIN TUNÇELI / Somewhere Only We Know (LIVE)
Questa pièce contiene un po’ di nostalgia per la vecchia danza – proprio quella in versione carne e ossa – e si costruisce interamente attraverso l’ironia sulla sua impossibilità. «Se hai un minuto perché non andiamo e ne parliamo da qualche parte che solo noi sappiamo? Questa potrebbe essere la fine di tutto. Allora perché non andiamo? Perché non andiamo?»
Credits – Choreography and performance: Ekin Tunçeli | Visual Design: Buse Ceren Ekici | Music:  Ekin Tunçeli | Technician: Muhammed Ali Dönmez

 

Fonte: Ufficio stampa Romaeuropa Festival – Giulia Di Giovanni

Archiviato in:Anno VI - n.63 / Giugno 2020, Eventi online & in streaming Contrassegnato con: AEROWAVES, Digital As Dance Partners – FRAMEWORKS, Romaeuropa Festival

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