“Sunday Bloody Sunday” intonava Bono nell’83, riecheggiando la tristemente nota Domenica di Sangue del 30 gennaio 1972, a Derry, quando l’esercito britannico aprì il fuoco su una manifestazione pacifica per i diritti civili uccidendo quattordici persone, tutte disarmate. Oggi nel quartiere di Bogside, a Derry, nessuno ha dimenticato e tutto è ancora vivo grazie alla potenza espressiva di numerosi murales che tappezzano muri e abitazioni, per lasciare un segno indelebile, per non dimenticare. L’arte dice sempre la propria e non tarda mai agli appuntamenti con la storia, ce lo ricorda “Bogside Story”, un documento prezioso e necessario, un’emozionante ricostruzione dei fatti tra storia, arte e politica, capace di rinnovare senso di solidarietà e rispetto per le diverse identità.
È il 30 gennaio 1972 quando a Derry, Irlanda del Nord, una pacifica manifestazione per i diritti civili viene brutalmente messa a tacere dall’esercito britannico, che uccide a freddo quattordici persone tra cui sei minorenni, in quella che passerà alla storia come Bloody Sunday, Domenica di Sangue.
Quarantacinque anni dopo, il giornalista Fulvio Grimaldi – unico fotoreporter italiano a documentare la pacifica Marcia culminata in massacro – torna in Irlanda per testimoniare alla terza inchiesta sui fatti di Derry. Qui nessuno ha dimenticato, tutto è ancora fresco come vernice nella mente e nelle strade di Bogside, quartiere chiave del Bloody Sunday, grazie alla potenza espressiva di numerosi murales che tappezzano edifici, muri, case. Un’opera in particolare cattura l’attenzione di Fulvio Grimaldi, il murale che raffigura uno dei suoi scatti più famosi, divenuto icona della Domenica di Sangue.
Proprio quell’immagine, inserita in una vera e propria “galleria di strada” – che racconta gli eventi più significativi della recente storia nordirlandese, immortala tutte le vite spezzate, gli slogan urlati a gran voce, i personaggi che si sono distinti nel corso della storia, per lasciare un segno indelebile e non dimenticare – sarà occasione di incontro tra il fotoreporter e i creatori delle opere, i Bogside Artists, gruppo di artisti composto dai fratelli William e Tom Kelly e da Kevin Hasson.
Le loro testimonianze e opinioni, unite a quelle del compianto Padre Edward Daly, che in prima linea ha tentato di mettere in salvo la comunità durante la sanguinosa giornata, e del Premio Nobel John Hume, figura di grande impegno politico e artefice del processo di pace per l’Irlanda del Nord, rendono “Bogside Story” un documento prezioso e necessario, un emozionante racconto tra storia, arte e politica, capace di rinnovare senso di solidarietà e rispetto per le diverse identità.
Scritto e diretto da Rocco Forte e prodotto da Megapixell di Pietro Laino, “Bogside Story” esce nelle sale giovedì 20 settembre con Distribuzione Indipendente.
SINOSSI: L’autorevole giornalista Fulvio Grimaldi – unico fotoreporter italiano a documentare la pacifica Marcia per i diritti civili del 30 gennaio 1972, a Derry, culminata con il massacro tristemente noto con il nome di Bloody Sunday – torna in Irlanda del Nord, quarantacinque anni dopo, per testimoniare alla terza inchiesta sul Bloody Sunday. Una volta a Derry, scopre che sulle mura esterne delle case del Bogside – il più importante quartiere cattolico della città – sono dipinti dei murales che raccontano gli eventi più significativi della recente storia nordirlandese. Affascinato dalla potenza comunicativa delle opere, una delle quali ispirata proprio a una sua fotografia divenuta icona della Domenica di Sangue, Fulvio entra in contatto con i Bogside Artists, gli autori dei murales, e con le persone che furono coinvolte negli eventi dipinti. Un viaggio tra passato e presente intriso di arte, storia e profonde emozioni; gli incontri, i ricordi e le testimonianze determinano una drammatica immersione nella realtà di quel luogo e ne raccontano la sua storia: Bogside Story.
Fonte: Ufficio Comunicazione Distribuzione Indipendente