L’esposizione si sviluppa tramite diverse intensità e scale di azione: dalla creazione di oggetti scaramantici e feticci all’istituzione sociale di idoli religiosi e riti collettivi laici.
Prosegue con il secondo appuntamento, dedicato alla collezione permanente del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, RE-COLLECTING, ciclo di cinque focus espositivi che approfondiscono temi legati alle collezioni permanenti di MAMbo e del Museo Morandi, indagandone aspetti particolari e valorizzandone opere solitamente non visibili, o non più esposte da tempo.
RE-COLLECTING, ideato da Lorenzo Balbi, si avvale della curatela dello staff dei due musei, sottoponendo le collezioni museali a uno sforzo interpretativo dal quale far scaturire prospettive inusuali, che possano rinnovare la relazione tra l’opera e il visitatore proponendo nuovi percorsi espositivi e di senso.
In un momento in cui l’emergenza da Covid-19 si pone come elemento sempre più sfidante nelle modalità d’ingaggio tra il museo e il pubblico, l’intento è di rendere dinamiche e in continuo rinnovamento le raccolte permanenti, invogliando anche i visitatori che già le conoscono a tornare, per rileggerle attraverso nuovi contenuti.
Da venerdì 23 ottobre e fino all’8 dicembre 2020 è visibile nella Project Room del MAMbo Castagne matte, a cura di Caterina Molteni, focus che deriva il suo titolo dall’epiteto dato al seme dell’Ippocastano e dalla credenza popolare secondo la quale, se custodito nella tasca del proprio cappotto, possa scacciare le influenze autunnali.
Riferendosi a gesti di scaramanzia quotidiana e ampliando la ricerca alla persistenza di una dimensione “magica” nel contemporaneo, la mostra offre una riflessione sulla ritualità come sfera sociale, religiosa e artistica.
In un’epoca caratterizzata da disastri ecologici, pandemie e urgenti rivendicazioni politiche, la ritualità appare una delle strategie possibili per comprendere e affrontare situazioni e condizioni di emergenza. La dimensione del rituale apre infatti a importanti riflessioni sull’individuo e sul suo corpo, sull’idea di comunità sociale e politica, sulla percezione della vita e della morte, basando le sue pratiche sui principi di un mondo ‘magico’. Legato all’ineffabile, esso rimanda a una dimensione dell’esistenza che non può essere catturata dal linguaggio descrittivo e che sfugge a tentativi normativi.
In mostra è visibile una selezione di opere della collezione permanente del MAMbo, insieme ad oggetti provenienti dal Museo Civico Archeologico di Bologna, grazie alla collaborazione con l’Area Archeologia dell’Istituzione Bologna Musei. Completano il percorso una sezione d’archivio dedicata alla storia espositiva della Galleria d’Arte Moderna di Bologna e alcune castagne matte appartenute a Giorgio Morandi che, come molti di noi, in modo spensierato e speranzoso, probabilmente seguiva l’usanza di portarle con sé.
L’esposizione si sviluppa tramite diverse intensità e scale di azione: dalla creazione di oggetti scaramantici e feticci all’istituzione sociale di idoli religiosi e riti collettivi laici.
Il percorso espositivo prende avvio con l’opera Crash, 1994, una serie di cinque diademi, realizzati da Eva Marisaldi (Bologna, 1966) con nastri colorati, fil di ferro e vetri di automobili trovati a terra. L’opera si riferisce a pratiche infantili e alla feticizzazione di ornamenti in strumenti magici. La povertà dei materiali sottolinea l’investimento immateriale – basato sul gioco o sulla spiritualità – tramite cui un oggetto, nella sua semplicità, cambia natura.
Lettura del rituale, 1951-59, dipinto di Carlo Corsi (Nizza, 1879 – Bologna, 1966) presenta il rito come tema letterario interpretato dall’artista tramite ampie campiture di colore, frutto di una pennellata piena e densa. La mutevole ricerca pittorica di Corsi è da considerare un esempio di dinamismo stilistico che trova le sue radici in una incessante indagine intima sui valori espressivi della pittura.
Il rito nella sua forma collettiva intreccia l’opera The Following Days, 2005, di Paolo Chiasera (Bologna, 1978). Il video ritrae un gruppo di ragazzi che nella campagna romagnola si imbattono in un grande masso raffigurante il volto di Pier Paolo Pasolini. Le dinamiche che si innescano tra l’oggetto e il gruppo rimandano a questioni quali la creazione di mitologie contemporanee, la problematicità del monumento e la sua distruzione nella società.
Sleeping, 1991, di Gilbert & George (Gilbert Prousch, San Martino in Badia, Bolzano, 1943 & George Passmore, Plymouth, GB, 1942) è parte di una serie di opere ispirate al mondo metafisico e spirituale, in cui emerge un’atmosfera alchemica e misteriosa. Giocando con l’ambiguità del rapporto arte-vita, gli artisti rappresentano se stessi come defunti, mettendo in gioco un’esorcizzazione della morte che avviene tramite la sua rappresentazione.
Tra i fenomeni più temuti e inspiegabili per l’essere umano, la morte e la sua percezione hanno fortemente influenzato l’ultima produzione pittorica di Piero Manai (Bologna, 1951 – 1988). Senza titolo, 1984, è parte di un gruppo di lavori in cui l’anatomia umana è drammaticamente sezionata dall’interno rendendo irriconoscibili le sue parti.
Castagne matte affianca a questi lavori contemporanei una sezione di oggetti che raccontano le pratiche scaramantiche e magiche di epoca romana. Amuleti, lucerne, dettagli di decorazioni e tavolette con incise maledizioni testimoniano pratiche rituali comunemente diffuse nella società del tempo.
Nel solco di un’indagine che risale agli episodi nodali della storia della Galleria d’Arte Moderna di Bologna, la mostra propone infine un approfondimento sulla rassegna Metafisica del quotidiano, curata nel 1978 alla GAM da Franco Solmi, che offrì una riflessione sull’ambiguità rituale dell’opera d’arte: criterio estetico che permette alla creazione artistica di sfuggire a letture unitarie, per abitare zone di attrito e di contraddizione.
Castagne matte è accompagnata da un’agile pubblicazione in italiano e inglese realizzata dall’ufficio editoriale dell’Area Arte Moderna e Contemporanea con un testo della curatrice e immagini delle opere, in distribuzione gratuita per il pubblico.
Di seguito il calendario completo di RE-COLLECTING:
Morandi racconta. Il fascino segreto dei suoi fiori, a cura di Alessia Masi Museo Morandi – Fino al 15 novembre 2020
Castagne matte, a cura di Caterina Molteni
MAMbo Museo d’Arte Moderna di Bologna, Project Room. 23 ottobre / 8 dicembre 2020
Morandi racconta. Tono e composizione nelle sue nature morte, a cura di Giusi Vecchi
Museo Morandi – 19 novembre 2020 / 10 gennaio 2021
Contenere lo spazio, a cura di Sabrina Samorì
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Project Room – 17 dicembre 2020 / 31 gennaio 2021
Morandi racconta. Il segno inciso, tratteggi e chiaroscuri, a cura di Lorenza Selleri
Museo Morandi – 14 gennaio / 14 marzo 2021
Le mostre sono accompagnate da un calendario di incontri aperti al pubblico, su prenotazione, in cui artisti e studiosi si confronteranno sulle tematiche proposte.
Fonte: Ufficio stampa Istituzione Bologna Musei