
Già 2600 anni fa, nella Favola “Il vento e il sole” Esopo aveva affermato che la persuasione è spesso più efficace della forza. Ma in questi mesi la grande storia è tornata prepotente a bussare alla porta, la forza è tornata a mostrare i muscoli e la paura a guidare scelte e comportamenti, cambiando le priorità delle persone e degli Stati. Non è più tempo di gentilezza e persuasione né di favole?
A novembre stavo selezionando delle favole da inserire in una raccolta dedicata alla sostenibilità ambientale e sociale e agli obiettivi dell’Agenda 2030 e istintivamente ne ho scartata una, dedicata alla guerra, troppo angosciante e poi mi sembrava – o speravo – fosse un tema lontano dall’esperienza diretta dei bambini.

Alla base di questo libro di favole pedagogiche, o favole con la morale, c’è la convinzione di riuscire a influenzare in modo soft i comportamenti e le scelte delle persone a favore del loro benessere presente e futuro, senza ricorrere a imposizioni, obblighi, divieti e coercizione. In estrema sintesi: la teoria del “nudging” o spinta gentile, che si occupa delle scelte e dei processi decisionali delle persone. Questa teoria si basa sulla convinzione che piccoli dettagli, suggerimenti, aiuti e consigli possano indirizzare una persona verso una precisa scelta, senza che ciò sia richiesto esplicitamente. Certo, implicitamente, un’altra persona decide verso quale direzione spingere il comportamento degli altri e con quanta forza. E questo potrebbe apparire paternalistico, se non fosse che non viene eliminata la libertà di scelta, ma si usano tecniche per indirizzare verso quella che sembra essere la scelta migliore.
Questa teoria ha una fortissima base sperimentale, nasce dall’osservazione reale e ampia dei comportamenti e che ha consentito di contraddire il teorema secondo il quale l’uomo è perfettamente razionale nelle proprie scelte. L’evidenza consente infatti di affermare che molte nostre decisioni sono influenzate da distorsioni sistematiche, a volte dalla routine e dalle abitudini, impedendo una valutazione imparziale e razionale delle opzioni disponibili, delle conseguenze che ciascuna di queste ha per il singolo e per la collettività; spesso si finisce per assumere decisioni rischiose, contro il proprio interesse. Qualche esempio: il giudizio degli altri influisce e altera il nostro comportamento all’interno della società. Ci piace essere conformi al pensiero comune, e l’esempio degli altri, specie se apprezzato o se porta alla notorietà, ci spinge a comportarci di conseguenza. Siamo attratti dalle scelte che rafforzano le nostre precedenti convinzioni, soprattutto se comportano meno cambiamenti possibili. Tendiamo a rimandare il più possibile le decisioni su temi complessi, specie se richiedono di fare degli approfondimenti per decidere. Spesso infatti c’è consapevolezza che un tema è importante e che bisognerebbe scegliere, ma di fatto poi non si agisce.

Queste distorsioni rendono i nostri comportamenti prevedibili, e si possono quindi attivare degli interventi che possono indirizzare il comportamento verso altre scelte, senza escludere le altre, nemmeno quelle che sono palesemente e comunemente sbagliate. E questa è la spinta gentile o nudge.
Alcuni esempi di interventi che fanno leva sulle distorsioni per indirizzare verso comportamenti più vantaggiosi: un cartello con la scritta “Nove persone su dieci buttano i mozziconi di sigaretta nel cestino”, è sicuramente più efficace di “Non buttare i mozziconi per terra”, dato che la prima ci consente di conformarci al pensiero comune più apprezzato rendendo quindi negativa l’azione che ci isola dagli altri. Un’esposizione ampia e curata di frutta e verdura spinge a sceglierli dal menù, così come, al contrario, immagini forti e brutte sui pacchetti di sigarette dovrebbero ridurne il consumo. L’utilizzo di piatti di minori dimensioni ci induce a mangiare meno, vedendo il piatto pieno. Contenitori per la raccolta differenziata vicini tra loro e con etichette comprensibili, riducono l’indifferenziato, ancora di più se accompagnato da meccanismi premianti, come per il reso del vetro. Per le tematiche più complesse, come la donazione degli organi, in alcuni Paesi l’adesione è automatica, salvo si esprima esplicitamente il contrario; stesso meccanismo è stato attivato per la destinazione del nostro TFR- trattamento di fine rapporto.

Certo, non è facile sradicare comportamenti consolidati o addirittura un tempo ritenuti accettabili, ma via via le numerose ricerche offrono un set di strumenti sempre più ampio ed efficace.
Questa teoria ampiamente utilizzata in moltissimi ambiti già dalla metà del XX Secolo, in primis marketing e pubblicità, ma anche in sanità e tutela ambientale, è nata in ambito economico sfruttando gli studi di psicologia comportamentale e Richard H. Thaler, che ha vinto il premio Nobel per l’Economia 2017, è il più noto, insieme a Daniel Kahneman e Cass Sunstein, tra gli studiosi di economia comportamentale, che indaga i rapporti fra psicologia ed economia nelle scelte dei singoli.

Da un lato, le favole pedagogiche sono ancora un metodo antico e sempre efficace, permette di trasmettere morale, valori e soprattutto consente di favorire e stimolare l’immaginazione, motore della creatività.
Dall’altro, l’attuazione degli sfidanti obiettivi di sviluppo sostenibile richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalle istituzioni filantropiche alle Università e centri di ricerca, dalla società civile ai singoli individui, di tutte le età e di tutti i Paesi.
Da queste premesse nasce la proposta del libro “Filastrocche e storie sostenibili”: per risolvere, l’equazione tra sviluppo e sostenibilità le tecnologie non bastano, occorrono appunto, educazione e consapevolezza che diventano i fattori abilitanti del cambiamento delle scelte e dei comportamenti. Educazione e consapevolezza che coinvolgano soprattutto le giovani generazioni che, nel tempo, divengono lo strumento per innescare un effetto domino nell’intera società e stimolare il cambiamento di scelte anche nel mondo degli adulti, attivando dialogo e confronto tra generazioni Per concludere, tornando alla domanda iniziale “Non è più tempo di gentilezza e persuasione né di favole?”, sarebbe illusorio pensare che la spinta gentile sia sufficiente; ritengo che comunque sia fondamentale perlomeno promuovere maggior fair play nella vita di tutti i giorni, e contribuire così a maggior benessere.

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1 “A nudge, as we will use the term, is any aspect of the choice architecture that alters people’s behaviour in a predictable way without forbidding any options or significantly changing their economic incentives. To count as a mere nudge, the intervention must be easy and cheap to avoid. Nudges are not mandates” – Thaler, Richard H., and Cass R. Sunstein. Nudge: Improving Decisions about Health, Wealth, and Happiness. New Haven, Conn.: Yale University Press, 2008
“Filastrocche e storie sostenibili” a cura della Fondazione Asilo Mariuccia
È un libro dedicato ai bambini, ai genitori, ai nonni, agli educatori che le leggeranno e che, in modo giocoso e poetico, potranno avvicinare temi e obiettivi profondamente attuali come ‘sconfiggere la povertà’ o ‘promuovere il benessere per tutti’ o ancora ‘promuovere società pacifiche e inclusive per tutti’.