La tradizionale festa degli innamorati, che il calendario fa coincidere con quella di San Valentino vescovo di Terni, ricorda l’episodio secondo il quale Valentino unì in matrimonio un pagano e una cristiana, dando forza sacramentale alla loro promessa per tutta la vita. Ciò offre l’opportunità di svolgere qualche riflessione sul tipo di sentimento che lega oggi i giovani, facendo breccia tra le novità che la fantasia consumistica sta elaborando in questi giorni per ridare una spinta ai consumi dopo il Natale, i saldi e il Carnevale.
E’ un dato di fatto che oggi molte persone fanno fatica a creare legami profondi e duraturi col partner (dire fidanzato sarebbe una parola grossa….). La tendenza è quella di condividere relazioni di breve durata che hanno il sapore dell’avventura. Anche quando sono vissute con le più serie intenzioni, davanti al concetto di responsabilità verso se stessi e il partner, tenendo anche conto delle aspettative della famiglia o della cerchia di riferimento, la paura o il vuoto interiore hanno il sopravvento e ci si tira indietro. Lo slogan potrebbe essere “mi prometto senza compromettermi”.
Dicono gli studiosi che al concetto di “relazione” si preferisce quello di “connessione” (mutuato dal linguaggio tecnologico, secondo il quale è consequenziale poi sconnettersi).
Il critico Sgarbi definiva l’indissolubilità matrimoniale come una perversione. Cambiare partner è quindi una routine, secondo la logica dell’”usa e getta” tipica dei nostri tempi. Come dice un famoso film: L’amore è eterno finche dura, purché non si resti soli e si abbia sempre qualcuno con cui andare a cinema o in pizzeria, a cui mandare sms, con cui fare le vacanze insieme. Conta l’interesse più immediato e vengono persi di vista progetti a lunga scadenza o ideali, scoraggiati dalla paura di impegnarsi e dalla incapacità di fare sacrifici.
Proprio questi ultimi decisamente non vanno di moda: oggi interessa la disponibilità di tempo libero, di svaghi di tendenza, sesso facile, rapidità di contatti sociali. Nell’epoca della velocità, della flessibilità, della rapidità non si può pensare che proprio i rapporti affettivi rimangano solidi e duraturi. Del resto siamo al tempo dell’ ”amore liquido”, secondo la celebre dizione del sociologo di origine polacca Bauman.
Un prezzo pagato a questa mentalità è dato dall’aumento della denatalità e delle separazioni. E’ il trionfo dell’infedeltà e della consumazione immediata delle emozioni.
Sfugge il concetto che il sacrificio non comporta una rinuncia fine a se stessa, ma l’accettazione di rinunce temporanee che costituiscono un investimento per il futuro in un’ottica di progettazione e pianificazione. Può essere momentaneamente gratificante dimostrare di essere piacenti e appetibili per molti, ma alla lunga non si costruisce e non si cresce.
Consumarsi in relazioni senza prospettive significa rinunciare alle proprie potenzialità, risorse, qualità, doni, che si scoprono e si sviluppano anche attraverso il rapporto di coppia, la serietà, la fedeltà, la condivisione.
Occorre un ripensamento e una rinnovata educazione ai sentimenti che consenta di andare oltre le infatuazioni, i fuochi di paglia, le immagini stereotipate dei fidanzatini di Peynet, gli amori effimeri che la pubblicità di San Valentino o i reality show ci offrono.
La vita di coppia deve trovare la varietà e la progressione della gestualità amorosa. Un amore subito sessuale, solo sessuale, non riesce ad alimentare la condivisione amorosa che oggi necessita di una nuova creatività caratterizzata da gradualità, fantasia, tenerezza.