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“Bugie bianche. Trilogia”. Personale di Alessandro Berti nei teatri bolognesi delle Moline e Arena del Sole.

29 Marzo 2022 by Redazione Farecultura -

ERT / Teatro Nazionale dedica una personale ad Alessandro Berti, autore e attore tra i più attivi in Italia nel campo della scrittura teatrale, presentando a Bologna le produzioni della trilogia Bugie bianche. 

Il progetto – un percorso sulla storia e le questioni più attuali del rapporto tra maggioranza bianca e minoranza nera nelle società occidentali – si compone di tre spettacoli: Black Dick, Negri senza memoria e il nuovo Blind Love. I testi saranno pubblicati nella collana Linea di ERT / Teatro Nazionale e Luca Sossella editore.

Nel 2021 l’artista ha ricevuto il Premio speciale per l’innovazione drammaturgica alla 56° edizione del Premio Riccione per il Teatro. Nell’ultimo decennio il suo lavoro, cominciato oltre vent’anni fa, lo ha visto sempre più impegnato in un percorso di indagine sulla relazione tra teatro e politica in tutte le sue possibili declinazioni. 

Bugie Bianche (ph Daniela Neri)

Dal 29 marzo al 3 aprile va in scena al Teatro delle Moline il primo capitolo, Black Dick, un monologo interpretato dall’autore che attraversa gli stereotipi sul maschio nero nelle società occidentali. Con ironia e ritmo incalzante, tra conferenza, stand up comedy e concerto, Berti ci spinge a una riflessione profonda sui preconcetti culturali della società bianca, indagando l’immagine del maschio nero per come l’ha costruita e spacciata il maschio bianco, specialmente negli USA: dai linciaggi alla pornografia, dallo schiavismo ai trionfi nello sport, dalle Black Panthers al Rap.

Negri senza memoria, in programma sempre alle Moline dal 5 al 10 aprile, parte da una dichiarazione del rapper Chuck Nice nel 2002: “gli italiani sono negri dalla memoria corta”, che ha scatenato le polemiche delle associazioni italoamericane. Lo spettacolo è un racconto-concerto, con un repertorio musicale che va dai canti di emigrazione italiana a Frank Sinatra, sul rapporto fra italo e afroamericani, fatto di ipocrisie e sostegno reciproco, diffidenza e attrazione: dalle alleanze tra contadini siciliani e figli di schiavi in Lousiana, ai linciaggi di lavoratori italiani, fino alla solidarietà alla causa dei neri da parte del movimento anarchico italiano negli USA. Con l’Italia diventata terra di immigrazione, ma che fatica a ricordare i milioni di italiani che sono stati emigranti, queste tensioni restano una materia attuale. 

Dal 27 aprile all’8 maggio debutta infine al Teatro Arena del Sole il capitolo conclusivo, Blind Love. Allontanandosi dalla ricerca storica e arrivando alla forma teatrale classica, con Blind Love Alessandro Berti porta in scena il dialogo di una coppia “mista”. In una stanza da letto una domenica mattina, due personaggi, lei nera e lui bianco, italiani, si trovano inaspettatamente a squarciare il velo dell’abitudine e a provare a nominare il non detto su alcuni temi caldi: desiderio, immagine dei corpi, stereotipi razziali, coscienza politica.

Bugie Bianche (ph Daniela Neri)

Alessandro Berti è attore, regista e drammaturgo. 
Dopo la scuola del Teatro di Genova dà vita con Michela Lucenti a L’Impasto Comunità Teatrale, per cui scrive e dirige tutti gli spettacoli, tra i quali: Skankrer (1996), Terra di burro (1997), Trionfo anonimo (2000), L’agenda di Seattle (2001), Il quartiere (2002). Nel 2002 vince il premio Gherardi con Teatro in versi. Dal 2006 avvia un percorso di ricerca sul monologo come canale privilegiato di relazione col pubblico, che dà vita agli spettacoli Confine (2006), Pietra, pianta (2009), L’abbandono (2010), Combattimento spirituale davanti a una cucina Ikea, (2011, Premio I Teatri Del Sacro), Un cristiano (2014). Con i successivi Fermarsi (2015) e Leila della Tempesta (2016), dialogo a due su religioni, laicità e Costituzione, il lavoro di Berti approfondisce l’interesse per le tematiche sociali, al centro anche della trilogia Bugie bianche, di cui fanno parte Black Dick (2018), Negri senza memoria (2020) e Blind Love (2022). 
Ha fondato l’associazione Casavuota, che si occupa di intervento culturale (in particolare sul territorio della città metropolitana di Bologna) con il coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine attraverso l’arte – teatro, scrittura, arti visive – intesa come motore di riflessione pubblica su temi fondamentali del presente e un’attenzione costante alle questioni del dialogo interculturale. 
Come recita la motivazione del Premio speciale per l’innovazione drammaturgica – Premio Riccione per il Teatro 2021, Berti si è distinto negli anni: «per la determinazione costante nell’affrontare le questioni più urgenti del nostro presente senza mai scindere la dimensione politica da quella intima, ma anzi rintracciando attraverso la scrittura i nessi sostanziali che legano pubblico e privato. Il suo lavoro di produzione e scavo dei materiali documentali e poetici conduce a una messa in parola mai retorica, potente nel divenire speech pungente, azione emotiva e strumento di analisi e critica della realtà. Nell’ultimo decennio la sua carriera di attore, regista e drammaturgo, cominciata oltre vent’anni fa, lo ha visto sempre più appartato, impegnato in un percorso di indagine rigorosa sul rapporto tra teatro e mistica, tra teatro e politica, tra teatro ed ethos in tutte le sue possibili declinazioni. La sua ricerca sui misteri della vita si è tradotta in creazioni originali drammaturgicamente mirabili come Un cristiano, storia del martirio di don Fornasini nella strage nazifascista di Monte Sole a Marzabotto, Leila della tempesta, dialogo-scontro tra una detenuta di fede islamica e un monaco, Simeone e Samir, che racconta di un radicalismo che contestiamo ai musulmani ma che ha origini cristiane, e la più recente trilogia Bugie bianche, dedicata alla storia del rapporto tra maggioranza bianca e minoranza nera nelle società occidentali. Esempio, quest’ultimo, di una scrittura teatrale sapiente che nello spingere alle estreme conseguenze ogni dato, ogni immagine e ogni pensiero dispiegato, mette in scacco le insidie dell’ideologia. Nei tre spettacoli del progetto, Berti riprende immagini e parole non sue, spesso dimenticate, e ne fa esplodere la potenza in una performance in cui la narrazione diventa atto politico del ridare parola, demistificando, dall’interno, il punto di vista dominante da cui anche le minoranze guardano e sono costretti a guardare loro stessi, in una pericolosa oscillazione tra denuncia dello stereotipo e identificazione. Utilizzando quasi sempre un dispositivo teatrale semplicissimo le sue performance colpiscono nel segno, dando vita ogni volta a lavori preziosi che dilatano più di una questione del nostro contemporaneo».

*Foto in evidenza: Bugie Bianche (ph Daniela Neri)

Fonte: Ufficio Stampa ERT / Teatro Nazionale c/o Teatro Arena del Sole  – Bologna

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Archiviato in:Anno VIII - n.84 / Marzo 2022, Emilia Romagna, Teatro Prosa Danza Contrassegnato con: Alessandro Berti, Bugie bianche, Teatro Arena del Sole Bologna, Teatro delle Moline Bologna

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