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Parma: Festival Toscanini – Edizione I 

3 Giugno 2022 by Redazione Farecultura -

Presentata Prima Edizione del Festival Toscanini: 1 opera – 16 concerti – 5 conferenze – 1 convegno. Inaugurazione il 5 giugno con prima esecuzione in Italia in tempi moderni de Le Willis di Puccini e la chiusura il 12 luglio in Piazza Duomo dove Fabio Luisi dirigerà la Filarmonica Toscanini nella Nona Sinfonia di Beethoven. 

È stato presentato nel corso della Conferenza Stampa odierna dal Sovrintendente e Direttore Artistico de La Toscanini, Alberto Triola, il Festival Toscanini – Edizione I che presenta finalmente lo spirito e il profilo completo del progetto, dopo l’edizione zero necessariamente limitata dello scorso anno. 

Fabio Luisi (Ph. Morten Abrahamsen)

«Si tratta di un festival musicale incentrato sulla figura e sul ruolo storico oltreché artistico di Arturo Toscanini – ha spiegato Alberto Triola – e abbraccia lo scorcio del XIX secolo e i primi decenni del Novecento. È concepito come dialogo tra espressioni artistiche diverse, in un singolare contrappunto di punti di vista tra musica, arti figurative e applicate, colte in uno straordinario periodo della storia culturale del nostro paese e del continente europeo».

Il Festival di quest’anno dà avvio al percorso di avvicinamento alla figura di Giacomo Puccini, del quale nel 2024 ricorreranno cento anni dalla morte. Il cartellone si inaugura il 5 giugno alle ore 21.00 all’Auditorium Paganini di Parma, con la prima esecuzione in Italia in tempi moderni, dopo l’esordio del 1884, dell’opera giovanile di Puccini, Le Willis (si veda comunicato stampa dedicato allegato al presente). Una rappresentazione in forma semiscenica di grande effetto preceduta dal Concerto in sol maggiore per pianoforte e orchestra di Maurice Ravel, con Daniel Ciobanu al pianoforte.Dirigerà la Filarmonica Toscanini, Omer Meir Wellber – Direttore Musicale del Festival – al suo debutto operistico a Parma.

«Affrontando Le Willis di Puccini che aprono il Festival, ritengo sia più interessante capire non quanto della Bohème o di Tosca contengono, ma quanto Verdi racchiude la prima opera pucciniana – ha commentato Omer Meir Wellber -. Ed è tanto: nei temi, nell’accompagnamento, ma soprattutto nell’orchestrazione, nei raddoppi delle parti, le scelte dei soli. Ne Le Willis si coglie il suo stile speciale sviluppato in seguito, e tuttavia stupisce la verdianità racchiusa nella partitura che vorrei fare uscire con la mia interpretazione. Sarebbe bello che ognuno, ascoltando Le Willis, pensasse ad un’opera che potrebbe aver composto Verdi, se fosse vissuto per altri 15 anni. Insieme a queste riflessioni ribadisco la mia passione per Puccini come colui che ha fatto nell’opera italiana ciò che Wagner ha fatto nell’opera tedesca avendo dato alla drammaturgia, sviluppata in senso cinematografico, un’importanza pari alla musica».  

Un convegno il 6 giugno alle ore 10.00 nell’ Aula Magna dell’Università degli Studi di Parma sul rapporto tra Toscanini e Puccini – organizzato con il Centro Studi Giacomo Puccini di Lucca e la partecipazione di studiosi delle principali Università italiane – e una tavola rotonda sulle controverse vicende dell’esordio operistico di Puccini – in programma il 5 giugno alle ore 18.00 all’ Auditorium APE Parma Museo – animeranno il dibattito scientifico di settore, che il Festival, insieme al nuovo Centro Studi Arturo Toscanini, intende contribuire a stimolare.

Filippo Ferraresi al Piccolo teatro studio di Milano. Foto ©Masiar Pasquali

«Il Centro studi Giacomo Puccini – ha raccontato la Presidente del Centro Studi Giacomo Puccini di Lucca, Gabriella Biagi Ravenni – ha risposto molto volentieri all’invito della Fondazione Toscanini di collaborare per il Convegno “Verso il successo: gli esordi di Toscanini e Puccini e la Milano della scapigliatura”. Nello statuto che ci siamo dati nel 1996 nel momento della istituzione, le collaborazioni con chi opera nel campo dello spettacolo e comunque della produzione, sono messe particolarmente in evidenza e si precisa come ‘fornendo ogni tipo di consulenza di carattere scientifico e pratico possa derivare dal patrimonio in suo possesso’. L’oggetto del convegno era particolarmente stimolante, considerata l’importanza che Arturo Toscanini ha avuto per Puccini, e anche viceversa. Anche il taglio – il raggiungimento del successo da parte di entrambi – ci ha stimolato, perché, sul versante pucciniano, ci permetterà di presentare al pubblico alcune novità sul giovane Puccini».

Le Willis saranno quindi replicate il 7 giugno al Teatro del Giglio di Lucca, come ulteriore omaggio alla memoria pucciniana.

«Il Teatro del Giglio – ha sottolineato il Direttore Artistico Teatro del Giglio di Lucca, Jonathan Brandani – è molto lieto di collaborare con il Festival Toscanini a questo evento di grande rilevanza. La prima esecuzione in tempi moderni della primissima opera lirica di Giacomo Puccini è un’occasione di celebrazione e di orgoglio per la nostra cittadinanza. Siamo proprio felici di poter riportare a Lucca quest’opera (che proprio in questa città vide la luce nei mesi autunnali del 1883) e di offrire al nostro pubblico la possibilità di godere di un’opera mai ascoltata prima, in una esecuzione di altissima qualità artistica».

In occasione del centenario della nascita di Renata Tebaldi, la Filarmonica Arturo Toscanini, guidata dalla bacchetta di Giuseppe Montesano, rende omaggio ad una delle più grandi voci liriche del Novecento. Fra i brani in programma, arie tratte dalle opere di Giuseppe Verdi, Aida e Otello, interpretate dal soprano Barbara Frittoli, considerata a livello mondiale una delle massime interpreti del repertorio italiano. Il programma si completa con brani sinfonici di Alfredo Catalani e Richard Wagner, compositore toscaniniano per eccellenza. 

«È per noi una gioia celebrare in grande stile il ritorno della Toscanini a Busseto, qui nel cuore delle terre di Verdi, dove siamo custodi di quella cifra stilistica che è tratto caratterizzante della tradizione sinfonica e che sa mantenere viva un’identità in costante dialogo con la contemporaneità” – ha dichiarato il Sindaco Stefano Nevicati – . Vedremo la Filarmonica Arturo Toscanini, eccellenza musicale del nostro territorio, presto protagonista di alcuni appuntamenti, tra cui il concerto pensato per rendere omaggio al centenario della nascita di Renata Tebaldi, i cui cimeli sono custoditi proprio a Busseto presso la Fondazione che porta il suo nome».

Dal momento che non può esserci festival se non “contemporaneo”, molto forte sarà il collegamento con la complessa e fragile realtà del nostro tempo. Pertanto, anche se inteso come omaggio a Puccini – oltre che alla memoria della voce pucciniana par excellence, Renata Tebaldi, – il Festival Toscanini 2022 si pone in stretta ed evidente relazione con il presente e i suoi drammi. Il doloroso e lacerante rapporto tra ideale e reale, tra bellezza dell’arte e brutalità delle azioni umane costituiscono il filo rosso sommerso che tiene unite le proposte del ricco cartellone. 

Mustafa Sabbagh (credits Elisabetta Claudio)

È anche il tema riflesso nel manifesto d’autore scelto per l’edizione di quest’anno: l’immagine fotografica di Mustafa Sabbagh – che ritrae un gesso canoviano della Gypsoteca di Possagno mutilato dai bombardamenti della Prima Guerra Mondiale – è il punto di partenza, ed è stata esposta all’intervento della mano di Omer Meir Wellber che la reinterpreta con un gesto grafico di particolare intensità. Un caso di duplice ri-mediazione di materiale artistico: la ripetuta violazione/contaminazione dell’ideale di intangibile bellezza neoclassica rende l’opera di Canova straordinariamente contemporanea.  

«Non sono un pittore – ha sottolineato Omer MeirWellber -, ma la pittura rappresenta il mio rifugio fin dall’infanzia. La foto di Mustafa Sabbagh, creando un ponte tra il passato, l’antico, il classico e il presente, mostra un punto di vista mutevole e così rivela inedite prospettive. L’intervento su di essa, allude al mio credo rispetto al mondo del teatro, dell’opera, alla musica sinfonica rispetto alle scelte da compiere. Di certo, il passato non va ignorato, ma nemmeno bisognerebbe dargli eccessivo peso: sarebbe da stupidi contemplarlo come al museo, senza nutrirlo. Così facendo, un’opera o un musicista sparirebbero dimenticati in fondo ad un abisso.

Il passato deve essere sempre alimentato nelle scelte dei programmi, ma desidererei farlo con il medesimo atteggiamento con cui ho rielaborato la foto: considerandolo come un traguardo già conquistato e nel contempo un territorio vergine».

La storia si esprime anche attraverso la varietà, il confronto e l’incontro tra culture differenti e non a caso ritroviamo sul podio due direttori di cultura ebraica, un giovane direttore ucraino – secondo classificato al recente Concorso Toscanini e vincitore del premio dell’orchestra – e un direttore siriano, quest’ultimo impegnato nella cornice di una serata patrocinata da UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati. Oltre al direttore musicale Wellber si esibiranno infatti Carlo Goldstein in un programma con musiche di Martucci e Malipiero – sabato 18 giugno – Auditorium Paganini ore 21.00; Sasha Yankevych che dirigerà la Filarmonica Toscanini il 10 giugno ore 21.00 – Antica Pieve Romanica di Vernasca, con musiche di Respighi, Mahler e Ravel, e Nahel Al Halabi, in una serata straordinaria, ospitata dal Festival, di musica e riflessione poetica sul tema delle migrazioni forzate come conseguenza di conflitti, violenze e persecuzioni, il cui ricavato sarà devoluto a UNHCR a sostegno del suo lavoro umanitario a beneficio degli sfollati e dei rifugiati siriani  – lunedì 13 giugno ore 21.00 – Auditorium Paganini.

Il Festival si fa anche portavoce di inedite prospettive: questo il senso con cui si inserisce nel programma l’originale serata di Cabaret con Omer Meir Wellber al pianoforte e accordion, il soprano Hila Baggio, profonda conoscitrice della lingua yiddish, il Quartetto d’archi della Filarmonica Toscanini  – con Mihaela Costea  e Viktoria Borissova al violino, Behrang Rassekhi alla viola e Pietro Nappi al violoncello -, e Ernesto Tomasini cantante, originario di Palermo performer e icona LGBTQ+, con un repertorio di canzoni degli anni tra il 1910 ed il 1930 che attraverso il cabaret toccano temi controversi sulla confusione dei generi. L’obiettivo è quello di far scoprire il clima di allora, quando il cabaret si caratterizzava per l’intimità fisica tra pubblico e interprete, alle prese con la satira e l’attualità concepita in modo aspro, aggressivo o ironico. Appuntamento il 6 giugno a Reggio Emilia – Reggiane Parco Innovazione, ore 21.00.

«Tutto questo ha a che fare con Toscanini – ha commentato Omer Meir Wellber -. Perché Toscanini ha lottato per i diritti e le minoranze, e aveva un rapporto profondo, speciale con Puccini e Verdi.  Perché con Toscanini, un uomo di teatro libero, non si può sbagliare, in quanto si è battuto per affermare valori importanti, ancora attuali. Facendo tesoro del suo esempio, noi dobbiamo essere sempre creativi ed andare avanti». 

Omer Meir Wellber (ph Luca Pezzani)

Sono numerosi i concerti cameristici che completano ed arricchiscono il cartellone. La proposta artistica si sviluppa attraverso un percorso che intende valorizzare il repertorio del primo Novecento italiano, accanto ad autori più noti al grande pubblico. Vicino a Verdi, Debussy, Liszt, Ravel, tornano a risplendere di luce propria composizioni di Pizzetti, Respighi, Casella, Rota, Tosti, Martucci, Malipiero e lo stesso Toscanini, in una veste inedita di compositore. Fra i solisti più noti le voci di Anna Bonitatibus, Lucia Cirillo e Paoletta Marrocu, i pianisti Orazio Sciortino, Francesco Libetta e Luisa Prayer. Fra gli ensemble coinvolti il Quartetto di Cremona e il Quartetto Indaco, il duo Jacopo Taddei-Luca Ciammarughi e il Trio formato da Tommaso Benciolini, Ludovico Armellini ed Eleonora Armellini.

Non mancherà la Toscanini Next che farà suonare il Parco della Musica in alcune serate della nuova estate che ci attende coinvolgendo il pubblico più giovane con un happy hour in musica: il 24 giugno e il 1° luglio nello spazio delle Tettoie Liberty del Parco della Musica alle ore 21.00.

Venerdì 8 luglio invece l’appuntamento con Let’s Jazz with Toscanini, in collaborazione con il Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma nella Sala Gavazzeni del Centro di Produzione Musicale Arturo Toscani. 

Suggella questa cornice di rilevante significato il valore simbolico della serata conclusiva. Il 12 luglio, nella splendida Piazza del Duomo di Parma, alle ore 21.30, Fabio Luisi, uno dei più grandi ambasciatori della musica italiana del mondo, dirigerà la Filarmonica Toscanini e il coro della Camerata Musicale di Parma nella Nona Sinfonia di Beethoven, manifesto universale che trascende il vertiginoso valore musicale della partitura stessa.

«L’intreccio dei temi che percorrono il cartellone del festival – ha concluso Alberto Triola – è ben riflesso dalla varietà e diversità dei luoghi che ne ospitano le serate. Spazi simbolici, iconici e identitari, ma anche reinventati sulla base di stratificazioni storiche e sociali, perché un festival è un crocevia che ripropone occasioni di riflessione, incontri, rielaborazioni, anche di memoria e di aspirazioni collettive. Luoghi d’arte, paesaggi e depositi di memoria. Uno straordinario palcoscenico diffuso e circolare, che si spalanca intorno alla musica. Anzi, alle musiche. In fondo, ci pare anche questo un modo per onorare il lascito morale di Arturo Toscanini, emblema dell’artista italiano engagé, le cui vicende tornano improvvisamente a rivelarsi di inquietante attualità».

Il programma completo del festival al link: https://www.fondazionetoscanini.it/it/festival-toscanini-2022-prima-edizione/
Gli incontri e i convegni del Festival sono ad ingresso gratuito.

*Nella foto in evidenza: la Filarmonica Toscanini

Fonte: La Toscanini – Veronica Boldrin 

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Archiviato in:Anno VIII - n.86 / Maggio 2022, Concerti Festival Spettacoli Performance, Emilia Romagna, Musica Classica Lirica Sacra

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FARECULTURA

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