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Al CAMeC di La Spezia, “Il piccolo grande cuore di Giosetta”. Esposte le opere degli anni Sessanta-Duemila di Giosetta Fioroni.

4 Ottobre 2022 by Redazione Farecultura -

Il CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia rende omaggio a Giosetta Fioroni, tra le artiste viventi più importanti del secondo Novecento italiano, attraverso una grande mostra che ripercorre la sua intera carriera, dalle esperienze degli anni Sessanta legate alla Scuola di Piazza del Popolo fino al presente.

Promossa dal Comune della Spezia e prodotta dal CAMeC in collaborazione con la Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni e la galleria MARCOROSSI artecontemporanea, la personale sarà inaugurata sabato 8 ottobre alle ore 18.00, in occasione della XVIII Giornata del Contemporaneo AMACI.

Giosetta Fioroni. Liberty nelle stelle, 1970. Tecnica mista su carta, cm 100×70. Collezione privata

Il titolo della mostra – Il piccolo grande cuore di Giosetta – trae spunto dall’autobiografia scritta nel 2013 dall’artista stessa (La mia storia / My Story. Giosetta Fioroni) e pubblicata da Corraini editore in occasione dell’esposizione che l’ha celebrata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

In oltre cinquant’anni di carriera, Giosetta Fioroni è stata capace di raccontare, attraverso i linguaggi propri della Pop Art, i legami, le relazioni e i sentimenti che accomunano gli esseri umani. L’esposizione, a cura di Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati, sarà anche l’occasione per festeggiare il novantesimo compleanno di un’artista determinata e anticonformista, tra le poche presenze femminili nella compagine del Caffè Rosati.

«Lo scenario dell’universo visivo di Fioroni – scrive Gemma Gulisano, curatrice della Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni – è il Teatrone. Presentato in occasione della XLV Biennale d’Arte di Venezia del 1993, oggi ospita vecchi e nuovi lavori che l’artista dispone come dentro una vetrina che affaccia sul divano del proprio studio. Tra i teatrini di cartone, quelli di ceramica, i disegni fissati al grande teatro e i dipinti appesi o accostati alle pareti, un’opera di grandi dimensioni cattura lo sguardo di molti: Ramo d’oro. Due tronchi, disposti come colonne di un portale architettonico, aprono un varco su un sentiero non ancora tracciato; lo sfondo si smaterializza lasciando convergere lo sguardo dello spettatore su un piccolo dettaglio che sporge alla base del pannello, una casetta. Eseguita nel 2014 durante una collaborazione artistica con la maison Valentino, l’opera venne selezionata dalla stilista Maria Grazia Chiuri per un video girato con l’artista. Avvolto nel pluriball, Ramo d’oro si prepara a lasciare lo studio e la città capitolina per raggiungere le sale del Centro d’Arte Moderna e Contemporanea della Spezia. Tutto è quasi pronto per festeggiare un’artista senza apostrofo, come la stessa Fioroni ama definirsi, con un’antologica a lei dedicata».

Giosetta Fioroni. Jane, dedicato a Jane Austen, 2006. Ceramica policroma, cm 100x45x35. Bottega Gatti Faenza, collezione privata

L’esposizione si articolerà in quattro grandi sale al primo piano del Museo: la prima sala vedrà le ricerche degli anni Sessanta e Settanta, la seconda le opere degli anni Ottanta e Novanta, la terza sarà dedicata al lavoro su ceramica, mentre l’ultima alle opere dal 2000 ad oggi. Tra i lavori principali, si segnalano, oltre a Ramo d’oro, alcune carte d’argento (Venere, 1968; Il Cappello, 1966; Liberty nelle stelle, 1970), Nudo di Rossana (1965), Il colle dei sette venti (1997) e il nucleo di ceramiche provenienti dalla Bottega Gatti di Faenza, tra cui i Vestiti ispirati alle eroine di Jane Austen (esposti alla GNAM nel 2013) e le maioliche smaltate dedicate a racconti di fate e reami lontani.

Le opere esposte provengono principalmente dalla Fondazione Parise – Fioroni, presieduta da Francesco Adornato, dalla Bottega Gatti di Davide Servadei e dai collezionisti della MARCOROSSI artecontemporanea, storica galleria di riferimento dell’artista. 

L’esposizione sarà visitabile dal 9 ottobre 2022 al 26 febbraio 2023, da martedì a domenica dalle 11.00 alle 18.00, chiuso il lunedì. Nel corso della mostra sarà pubblicato un catalogo edito dal CAMeC con testi di Eleonora Acerbi, Cinzia Compalati, Gemma Gulisano e ricco apparato iconografico.

Giosetta Fioroni. Mi si è sfilata una scarpa, 1969. Tecnica mista su carta, cm 100×70. Collezione privata

Giosetta Fioroni nasce nel 1932 a Roma. La sua è una famiglia di artisti, la madre è marionettista e il padre è uno scultore, mentre suo nonno ha legami con diversi poeti, tra cui Vincenzo Cardarelli. Viene ammessa all’Accademia di Belle arti di Roma, dove studia sotto la guida di Toti Scialoja e i suoi primi dipinti vengono esposti alla Quadriennale del 1955. In questo periodo le opere di Giosetta Fioroni sono realizzate con colori industriali, alluminio e oro e sono caratterizzate dalla presenza di segni, scritte, simboli e oggetti comuni come cuori, lampade e orologi. L’anno successivo inizia a lavorare come costumista per la tv e inizia a frequentare il Caffè Rosati, prendendo parte alla Scuola di Piazza del Popolo con Tano Festa, Mario Schifano, Franco Angeli e altri artisti come Cesare Tacchi, Jannis Kounellis, Mario Ceroli, Mimmo Rotella e Umberto Bignardi. Tra il 1958 e il 1962 Fioroni si trasferisce a Parigi e una volta tornata a Roma lavora sul ciclo degli Argenti. Gli Argenti di Giosetta Fioroni sono dipinti realizzati proiettando fotografie sulle tele, di cui l’artista traccia le sagome con colori industriali, in particolare il color argento, da cui il nome dei cicli. In questi dipinti Fioroni rappresenta diversi soggetti, tra cui numerose donne. Gli anni Sessanta vedono Fioroni frequentare l’ambiente delle gallerie La Salita e La Tartaruga di Roma. Qui l’artista conosce Willem De Kooning, Robert Rauschenberg e Cy Twombly. Nel 1964 incontra lo scrittore veneto Goffredo Parise, con cui intraprende una lunga relazione che la influenza particolarmente nel suo stile artistico. Come Tano Festa, Giosetta Fioroni rielabora anche immagini provenienti dalla storia dell’arte, in particolare di Botticelli, Carpaccio e Martini, estrapolando un particolare da un’immagine. Ne è un esempio l’opera Liberty, realizzata in più versioni. In questi anni i dipinti di Fioroni sono caratterizzati da uno stile pop che riprende i dettami della Pop art americana, ma l’artista non dipinge i temi caratteristici di questo movimento. Il suo lavoro infatti è incentrato sull’analisi dei sentimenti comuni a tutti gli esseri umani. Nel 1968 Fioroni realizza la performance La Spia Ottica e l’anno successivo crea i Teatrini, cassettine di legno con all’interno una serie di oggetti in miniatura pensate per essere giocattoli per adulti. In questo periodo collabora con scrittori e poeti per realizzare libri e opere grafiche e realizza anche film in 16mm e Super8.

Giosetta Fioroni. Stavroghin, 2009. Tecnica mista su tela, cm 80×60. Archivio Fioroni, courtesy Fondazione Parise Fioroni

Negli anni Settanta Giosetta Fioroni si trasferisce in Veneto dal compagno Goffredo Parise. Qui realizza un grande ciclo di relitti di campagna, montato successivamente in collage e disegni, ma soprattutto si dedica alla lettura de Il ramo d’oro di Frazer e Le radici storiche dei racconti di fate di Propp. Questi due libri influenzano notevolmente le opere di Fioroni, che inizia a dipingere elfi, spiriti e boschi che diventano il simbolo della riflessione sui sentimenti dell’essere umano. Sono di questo periodo i cicli degli Spiriti Silvani, disegni realizzati in china nera, e Le Teche, scatole di legno in cui l’artista conserva oggetti trovati nei boschi e nelle campagne. Negli stessi anni realizza anche L’Atlante di medicina legale, uno schedario di immagini di incidenti mortali. Per ogni foto l’artista realizza una didascalia in cui racconta le cause della morte (principalmente autoerotismo, feticismo e omicidio). Tra il 1980 e il 1986 Fioroni realizza una serie di pastelli ispirati agli affreschi di Gian Domenico Tiepolo nella Villa Valmarana a Vicenza. Il 1986 segna l’anno della scomparsa di Parise, un evento drammatico che porta l’artista a ripensare il suo stile e a lasciare spazio alla sua personale indagine artistica. Realizza quindi opere dal colore pieno e dall’effetto materico insieme a cicli di acquerelli, di cui uno dei più celebri è Movimenti Remoti del 2005, sedici disegni ispirati dal libro omonimo di Parise. Nel 1993 Giosetta Fioroni inizia a realizzare opere in ceramica che espone nei cicli Case, Teatrini, Steli e Vestiti. È del 2002 la scultura Giosetta con Giosetta a nove anni, simbolo di introspezione e cambiamento, e nello stesso anno Fioroni collabora con il fotografo Marco Delogu per un progetto che tratta il tema della vecchiaia, Senex. I due artisti tornano a collaborare nel 2012 con un progetto dedicato all’identità, L’Altra Ego. Nel 2009 Germano Celant dedica a Giosetta Fioroni una monografia e nel 2013 l’artista viene omaggiata anche dal Drawing Center di New York. È del 2009 il ritratto di Marilyn Manson, che riprende il tema del cambiamento già analizzato nel 2002. Nel 2014 Fioroni realizza un video per il brand Valentino e nello stesso anno realizza una delle sue ultime opere, il dipinto Ramo d’oro, ispirato al libro di Frazer che segna un ritorno ai temi del fiabesco. 

*Nella foto in evidenza: Giosetta Fioroni. Nudo di Rossana, 1965. Smalto bianco e alluminio su tela, cm 100×200. Collezione privata, courtesy Fondazione Parise Fioroni.

Fonte: CSArt – Comunicazione per l’Arte

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