Il Museo internazionale e biblioteca della musica del Settore Musei Civici Bologna presenta la dodicesima edizione di (s)Nodi – festival di musiche inconsuete in programma ogni martedì sera dal 25 luglio al 12 settembre 2023, dedicato a tutti coloro che vogliono vivere l’estate ascoltando musica dal vivo.
Apprezzato da un pubblico appassionato di esperienze sonore originali, il festival propone un nuovo giro musicale intorno al mondo in otto tappe per conoscere e raccontare alcune fra le più interessanti declinazioni della musica etnica e popolare contemporanea, oltre i confini geografici e di genere.
A fare da da filo conduttore nel cartellone delle proposte selezionate sarà ancora una volta l’attenzione verso il talento e l’originalità nella capacità di contaminare linguaggi musicali differenti.
Si debutta il 25 luglio con Cucòma Combo la creatura musicale di Marco Zanotti, fondatore e direttore della Classica Orchestra Afrobeat, che da anni raccoglie diversi tipi di “aromi” musicali in giro per il mondo sotto forma di strumenti, ritmi, voci. Carimbò, afrobeat, soukuss, mbira, gaita, danmoi, Colombia, Zimbabwe, Capo Verde: la matrice delle composizioni è nera come il caffè e si rivela nella fitta tessitura di voci tribali e nel ritmo incalzante dei brani. Una mistura eccitante tra sperimentazione e tradizione, avant-garde e world music che parte dalle diversità per celebrare l’uguaglianza, la tolleranza e il desiderio per una super band dal vivo esprime al massimo l’immagine della caffettiera (cucòma in romagnolo) in ebollizione!
L’1 agosto la voce di Saba Anglana, cantante e autrice italo-etiope nata in Somalia, scava come una radice nel terreno della memoria, si allea alla natura e ai suoi elementi, al vento, alla foresta, all’acqua, alle montagne e ai deserti, cercando il loro comune denominatore in un fitto intreccio di canto e parola, musica e narrazione. Accompagnata dalle incursioni pianistiche di Fabio Barovero sulle traiettorie di una musica che migra tra i continenti e feconda i generi, un concerto che è una vera e propria mappa del tesoro lungo le tracce della sua avventurosa geografia, dal blues del Corno d’Africa, ai ritmi del versante occidentale, dalle corde mistiche dei cantastorie alle composizioni etiopi di derivazione copta ortodossa.
L’8 agosto lasciamo le forme occidentali per immergerci nel continuum sonoro di Kalasciò, il duo costituito da Massimiliano di Carlo e Valentina Bellanova ispirato ai codici improvvisativi ancora attivi nell’Appennino centrale e nell’Adriatico (terre di provenienza di Massimiliano) e nella tradizione turco/greca (di cui Valentina è una delle migliori interpreti europee). Un flusso dove la musica fluisce attraverso improvvisazioni modali, secondo una vera e propria ritualità sonora che libera lo spazio percettivo dell’ascoltatore per attendere sensazioni corporee, intuizioni introspettive, visioni creative.
Il 15 agosto si festeggia Ferragosto con il trio di Flaira Ferro. Cantautrice e danzatrice nata a Recife (in pieno Carnevale!), la sua formazione come allieva del leggendario maestro Nascimento do Passo è fortemente legata alla cultura popolare del Pernambuco. Il suo è uno spettacolo a tutto tondo in cui, accompagnata nella tappa bolognese del suo tour europeo dal polistrumentista Lucas Dan e dal percussionista Philipp Bernhardt, mescola in maniera originalissima elementi tradizionali dei ritmi del frevo, del forró, del caboclinho e del maracatu – tipici della cultura popolare del nordest brasiliano – con rock, pop, funk ed elettronica, trascinandoci nel vortice del suo travolgente linguaggio ibrido e tropicale.
(s)Nodi continua il suo viaggio il 22 agosto con Perija: dalla Macedonia del Nord, per la prima volta in Italia la band dark-folk definita l’ultima incarnazione della trance psichedelica neo-hippie-folk-postpunk. I loro temi (cantati nelle diverse lingue dei Balcani) spaziano dalle antiche ballate di paese (da loro riscoperte e raccolte sul campo) fino ad importanti questioni sociali del presente, in un’interpretazione unica, influenzata dalle sonorità delle scale maqam mediorientali e dai ritmi irregolari nordafricani, fino al blues, al post-punk, all’atonale e al jazz.
A seguire, il 29 agosto, Ipek Yolu (nome turco della Via della Seta), quartetto estremamente dinamico, il cui fulcro è costituito dal groove delle ardenti melodie del saz di Orhan Özgur, a cui si sono recentemente aggiunti il beat del pluripremiato batterista jazz/hip-hop Frederik Bülow e gli assoli di sintetizzatore di Malthe Jepsen, uno dei tastieristi più tecnici della scena musicale europea. Il tutto a realizzare un set contagioso, tra folk psichedelico turco, ritmi di ispirazione africana e sudamericana e un leggero tocco di hip-hop e jazz fusion in grado di offrire un’esperienza musicale diversa da qualsiasi altra.
Il 5 settembre arriva da Seoul arriva per la prima volta in Italia il minimalismo raffinato e paziente di Dal:um. Due musiciste e due antichi e pesanti strumenti acustici con corde di seta che vengono pizzicate e sono in grado di emettere sia tonalità melodiche che risonanze percussive. Un dialogo continuo tra pratiche tradizionali e sperimentali che sfida i limiti e le potenzialità dei più noti strumenti tradizionali della Corea (il gayageum e il geomungo), creando un avvincente mondo sonoro bilanciato ed espansivo che fa tesoro delle dinamiche delicate e dello spazio tra le note.
La rassegna si conclude il 12 settembre con tellKujira: nell’autunno 2020 nasce come quartetto da camera imperfetto con due chitarre elettriche al posto dei violini. La sua musica stilisticamente apolide, flessibile e aperta alla contaminazione si muove tra contemporanea, elettronica, art rock e free jazz, attraverso paesaggi sonori astratti, ambient, poliritmici, industriali che, durante le esibizioni live, cambiano in maniera sorprendente, sfociando gradualmente in una full immersion collettiva di infinite possibilità sonore.
(s)Nodi – festival di musiche inconsuete fa parte di Bologna Estate 2023, il cartellone di attività promosso da Comune di Bologna e Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.
*Nella foto in evidenza: Dalum
Fonte: Ufficio Stampa Settore Musei Civici Bologna