Progetto realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council (2021) \ Project supported by the Directorate-General for Contemporary Creativity by the Italian Ministry of Culture under the Italian Council program (2021)
All’Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva inaugura venerdì 16 giugno alle ore 18.00 Pray For Seamen, di Francesco Bellina, progetto realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council (2021).
Il lavoro presentato in occasione di Between Land and Sea, il festival ideato e promosso da Fondazione Studio Rizoma, è l’esito di un progetto di ricerca artistica di Francesco Bellina con la collaborazione di Stefano Liberti e la curatela di Izabela Moren, che racconta la situazione dei mari, dei porti e della pesca artigianale in Tunisia, Ghana e Sicilia attraverso una serie di incontri con i pescatori sul campo realizzati nel 2022.
Indagando il degrado della piccola pesca e delle comunità portuali attraverso storie umane, Pray For Seamen, racconta una storia di legami: quello tra l’uomo e il mare, tra la pesca e la città, tra il clima che cambia e un mestiere che deve farci i conti quotidianamente. Ma anche quelli più inaspettati: i legami tra tre luoghi che vivono di pesca e tra le persone che, pur avendo un mare a dividere le loro terre, condividono un orizzonte comune.
Il lavoro si svolge a Trapani, città di origine di Bellina, sulle Isole Kerkennah in Tunisia e ad Accra, in Ghana, un tempo floridi porti per la pesca artigianale, oggi schiacciati dalla globalizzazione, dallo sfruttamento e dall’influenza del riscaldamento globale; inoltre su questo ecosistema già delicato sono intervenute anche le pratiche di pesca industriale su larga scala che hanno svuotato gli oceani, impoverendo sia i pescatori che l’ambiente.
Sebbene si tratti di fenomeni globali, le loro conseguenze sono altamente localizzate e possono essere osservate in diverse città portuali in Europa, Africa e oltre. Intrecciando le singole storie dei pescatori in una mappa transnazionale, il fotografo siciliano esplora le rotte commerciali e i sistemi che governano il mare, offrendo così una visione inedita del patrimonio mediterraneo e del suo attuale posto all’interno delle reti globali. Come nel suo precedente lavoro Oriri, che documentava la tratta delle schiave sessuali nigeriane, Bellina si confronta ancora una volta con le ragioni e le rotte meno esposte della migrazione contemporanea. Per raccontare le vite di coloro che sono stati alterati e gli ambienti cancellati da interessi lontani.
Con Francesco Bellina, cresciuto nella città costiera di Trapani in una famiglia con una tradizione di lavoro legata alla pesca, e Stefano Liberti, profondamente impegnato nell’analisi della trasformazione delle risorse naturali, abbiamo cercato di trovare un modo di ritrarre questi cambiamenti nel loro svolgimento. Spiega Izabela Moren, curatrice del progetto.
Non c’è dubbio che la pesca industriale abbia creato un debito che non sarà ripagato in tempi brevi. Mentre il pesce diventa null’altro che una merce, i pescatori scompaiono, portando con sé secoli di conoscenza, duro lavoro, rispetto per il mare, oltre al dovere di prendersi cura di ciò che li fa vivere, la loro cultura – la nostra cultura. Per noi cittadini della costa, vivere vicino al mare, con il mare, fa parte di una storia, di una liturgia, di una cultura; di un modo di vivere. Se ancora è rimasto del pesce, il legame con questo mondo appare destinato lentamente a svanire, insieme alla scomparsa delle piccole imbarcazioni dai porti della città, dei pescatori e dei venditori.
Un libro pubblicato da Cesura Publish accompagnerà il progetto.
L’opera entrerà a far parte delle narrazioni dell’ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva, un ecomuseo che ha creato, valorizza e implementa un archivio sul paesaggio della costa di Palermo nato da una ricerca di storie, memorie, testimonianze raccolte con e da abitanti nei quartieri frontemare su come è cambiata la fascia costiera della città dal secondo dopoguerra.
Il lavoro di ricerca dell’ecomuseo è proseguito negli anni e prosegue ancora arricchendosi di materiali storici, produzioni artistiche situate, esiti di laboratori, residenze, percorsi di ricerca partecipativa che indagano il tema delle connessioni tra giustizia ambientale e giustizia sociale.
Pray for seamen si inserisce a pieno titolo nella ricerca dell’ecomuseo sul paesaggio costiero inteso come un sistema complesso e dinamico di elementi materiali e culturali allargando lo sguardo al Mediterraneo e affrontando, attraverso il tema della pesca, temi necessari come l’iperconsumo e l’impoverimento senza fine della biodiversità marina e costiera.
*Foto in evidenza: PRAY for Seamen (foto©Francesco Bellina)
Fonte: SLP Studio – Ufficio stampa