
Un cristiano con la passione per la politica fino a diventare deputato della Repubblica e amico e sodale di Aldo Moro, un letterato amante dell’arte e della tradizione popolare: questo è Francesco Rausa, salentino di Poggiardo (Le). ‘Fede, Politica, Letteratura’, una triade nobile e impegnativa, lo formano grazie all’esempio e alla dottrina dei ‘monsignori’, Rausa come lui. Don Felice innanzitutto, il padre spirituale degli antiborbonici, e poi don Salvatore, retore e storico, e don Luigi, il ‘politicone’.
La sua formazione umanista e teologica si ispira ai principi di Sant’Agostino: ‘in dubiis libertas, in necessariis unitas, in omnibus caritas’.
Chiamato ad assolvere i suoi compiti in un momento difficile della storia del Paese e del Salento fu convinto ad assumere l’impegno e la missione di sindaco prima da Don Luigi, che gli ricordava – secondo gli insegnamenti di Sant’Agostino – come non si dovessero mai richiedere le cariche ma allo stesso tempo non si potessero rifiutare se questo serviva alle necessità degli altri, poi dalla piazza dove la comunità si riuniva e aveva individuato in questo giovane la sua guida.
Da sindaco alla funzione di insegnante, così si definisce Francesco: in segno, lascio un segno all’interno dello studente, un seme che darà i suoi frutti. E poi l’assunzione politica di segretario provinciale della Democrazia Cristina, a partire dalla sezione locale del Partito Popolare, che – egli ricorda – gli anziani avevano aperto in paese. ‘Qui si quota’ come a Matera. Si riferiva al mercato boario, alle quotazioni della carne in vendita dell’animale comprato vivo.
Il grande assillo di Francesco fu di risollevare le sorti di Poggiardo, riportandolo ai fasti del passato quando era stato scelto come sede del Vescovado e della Universitas. Da qui il grande passo verso il centro del potere politico: l’elezione al Parlamento come deputato per due legislature (1968-1976) e l’incontro con Moro. Francesco ha portato a Roma i problemi e le ansie della sua terra generosa, quella salentina, ma anche la passione con proposte risolutive, per es. nell’ambito della scuola.
Una vita ricca di episodi, personaggi, amori giovanili e quello perenne, infinito per Maria Teresa, amata da sempre, da quando si vedevano sul terrazzo della sua casa confinante, oltre il muretto divisorio che Francesco scavalcava per incontrarla, una ragazzina più giovane di lui di sette anni. Tenerezza e amore, come per tutte le attività che ha messo in campo Francesco.
Il suo eloquio è aulico e allo stesso tempo umile, quotidiano, in modo che sia comprensibile anche dagli uomini del popolo per i quali si è sempre battuto, perciò intriso di espressioni dialettali, nella lingua del cuore.
Con Francesco si viaggia sull’ippogrifo, che si alza in volo dal suo paesino natale nel Salento, per allargare lo sguardo nello spazio e nel tempo fino a comprendere l’umanità intera nel corso del lungo cammino alla ricerca del paradiso perduto. Per questo occorre munirsi, con lui guida, della fede, della politica e della letteratura, con il pensiero sempre desto.
‘Francesco Rausa, Una vita per il Salento, Fede Politica Letteratura’ a cura di Paolo Rausa, Edizioni Giuseppe Laterza, Bari, 2017, pp. 160, € 18,00.