Data per molti storica quella del 20 maggio 2017 dove presso l’ Istituto dei Ciechi a Milano inizia un nuovo percorso per coloro che da tempo si impegnano alla salvaguardia e al benessere dei nostri amici a quattro zampe e non solo. Del resto secondo i dati del Rapporto Italia 2016 redatto dall’Eurispes, quasi la metà degli italiani ha un pet (43,3%), e magari anche più di uno. Il 22,5% della popolazione ha infatti un animale da compagnia, il 9,3% ne ha due, il 4,1% ne ha tre e il 7,4% dichiara di possederne addirittura più di tre. Ma sono soprattutto gli amici a quattro zampe gli animali prescelti per condividere la quotidianità: nel 60,8% dei casi è il cane l’amico domestico, una volta su due il gatto (49,3%) . Seguono a distanza pesci e tartarughe (entrambi all’8,7%), uccelli (5,4%), conigli (5,2%), criceti (3,1%) e animali esotici (2,1%).
Da considerare la ‘sensibilità politico/sociale’ di molti italiani sviluppatasi nel tempo. Del resto l’80,7% degli italiani è contrario alla vivisezione e il 68,5% alla caccia. E’ quanto emerge dal rapporto Italia 2016 di Eurispes presentato oggi, secondo cui queste percentuali sono però in calo rispetto al 2015, rispettivamente del 7% e del 10%. E la stessa tendenza si evidenzia anche per la produzione di pellicce, per cui la quota dei contrari è dell’86,3%, in calo del 4% circa rispetto all’anno precedente. Secondo le rilevazioni di Eurispes, aumenta invece chi vorrebbe abolire la pratica di utilizzare animali nei circhi (dal 68,3% al 71,4%) e negli zoo (dal 5,3% al 54,9%), ma calano i contrari ai delfinari (dal 64,8% al 56,3%). Cresce poi di 12 punti la percentuale di chi vorrebbe accoglienza per gli animali da compagnia nelle strutture alberghiere (68,5%) e di ben 13 punti il numero di chi è d’accordo sull’accesso degli animali in luoghi pubblici (69,1%).
Del resto Regione Lombardia, sempre avanti su queste tematiche, ha recentemente approvato le nuove modifiche “Regolamento di attuazione delle disposizioni di cui al Titolo VIII, capo II, della l.r. n. 33/2009 recante norme relative alla tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo”. Solo nella nostre regione sono registrati un milione e 200mila cani e fra gli obblighi per i proprietari introdotti nel regolamento, sarà quello di fornire all’animale un ricovero adeguato, cibo e acqua in quantità sufficiente e una equa attività motoria. Fra i principali divieti introdotti, quello di tenere i cani alla catena, se non per ragioni sanitarie certificate da un veterinario o per temporanee ragioni di sicurezza. Viene confermato l’obbligo di identificazione e iscrizione all’anagrafe degli animali d’affezione per tutti i cani e per i gatti destinati al commercio, e quindi l’obbligo per i proprietari di recarsi dal medico veterinario per far loro applicare il microchip. Per chi non rispetta le norme del regolamento, la legge regionale prevede sanzioni che vanno da 150 euro per le violazioni minime fino a 900 euro in caso di abbandono degli animali.
E’ stata inoltre recepita la possibilità di accesso di cani, gatti e conigli negli ospedali e nelle case di riposo, secondo le condizioni di sicurezza stabilite dalle strutture sanitarie e sociosanitarie. Disposizioni normative specifiche sono previste in merito alla cattura dei cani vaganti e sulle procedure da attivare all’arrivo del cane al canile sanitario e per il suo eventuale trasferimento al rifugio: i rifugi dovranno essere aperti al pubblico per almeno 4 giorni alla settimana compresi il sabato e la domenica per un minimo di quattro ore al giorno, con l’obiettivo di favorire la ricollocazione degli animali presso nuovi proprietari.
Insomma il Movimento Animalista, una forza politica indipendente da qualsiasi altro partito, nasce su oggettivi presupposti di interesse regionale e nazionale. Presidente del nuovo partito è Michela Vittoria Brambilla, numero uno della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, al suo fianco Edgar Meyer, che guida Gaia Animali & Ambiente, e un gran numero di responsabili provinciali e regionali provenienti delle principali associazioni animaliste Italiane, con storie politiche e personali diversissime (dai verdi al centrodestra). Socio fondatore e convinto sostenitore dell’iniziativa Silvio Berlusconi. “L’idea di fondare il Movimento animalista – spiega l’ex ministro del Turismo – viene dal basso, nasce dalla presa d’atto della generale insensibilità per la tutela dei diritti degli animali da parte di chi, a tutti i livelli, ci governa. Assistiamo ad un paradosso: mentre la società civile è sempre più attenta ai temi animalisti, politici e amministratori quando va bene li ignorano e quando va male prendono la direzione contraria, in ossequio a lobby contro interessate che si presumono portatrici di voti. Ebbene, noi siamo qui non solo per ricordare che votano anche gli amici degli animali, e sono la maggioranza, ma soprattutto per dare al nostro impegno, finora di natura sociale, un chiaro sbocco politico”. Politico non vuol dire partitico. “Il Movimento – specifica l’on. Brambilla – non è legato ad alcun partito ed è assolutamente indipendente, presenterà il proprio simbolo, sosterrà i propri candidati, con l’obiettivo di portare “gente nostra” nelle istituzioni e quindi cambiare realmente le cose”.
Le linee programmatiche dichiarate dal neo movimento sono molto chiare:
– Sì al riconoscimento, in Costituzione e quindi nelle nostre leggi, degli animali come esseri senzienti e portatori di diritti;
– Sì al carcere certo per chi maltratta e uccide gli animali;
– No ad ogni forma di sfruttamento degli animali;
– No alla piaga dell’abbandono e al randagismo che ne deriva;
– No ai divieti d’accesso che limitano la libertà dei proprietari di animali;
– Sì ad un sistema sanitario nazionale per curare gli animali delle famiglie meno abbienti.
Mi torna alla mente un episodio narrato da Tommaso da Celano il quale racconta che un giorno San Francesco e un suo compagno si imbatterono in un uomo che portava due agnellini sulle spalle, per venderli al mercato. Il Santo, preso da pietà, sapendo che gli animali sarebbero stati venduti e mangiati, diede all’uomo il suo mantello barattandolo con i due agnellini. Quindi nulla di nuovo o di sbagliato se gli uomini vogliono sempre di più tornare a convivere nel rispetto con gli animali su questo meraviglioso pianeta chiamato Terra. Ricordo due frasi di insigni Papi: “Uomo, vegetali, animali siamo tutti nella stessa barca; non si tocca l’uno senza che a lungo andare non si danneggi l’altro” (Papa Luciani). “E’ urgente seguire l’esempio del povero di Assisi e abbandonare sconsiderate forme di dominio, cattura e custodia verso tutte le creature” (Papa Giovanni II).