L’Italia si attesta al 20esimo posto a livello mondiale per lo stato di salute dei cittadini, secondo lo studio di recente pubblicato sulla rivista scientifica americana The Lancet: tra le principali problematiche di salute del nostro Paese il sovrappeso, negli adulti ma soprattutto nei bambini, la qualità dell’aria e l’abitudine al fumo di sigaretta.
Tutti aspetti, quelli elencati, che ritroviamo tra i principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, patologie responsabili, nella sola Unione Europea, del 49% delle morti sia nell’uomo che nella donna e, secondo le statistiche mondiali, con un’incidenza in costante aumento.
In occasione della Giornata Mondiale per il Cuore è stato avviato un percorso di confronto su rischio cardiovascolare e colesterolo. Alla presenza di illustri rappresentanti del mondo politico e istituzionale, della comunità scientifica nonché della previdenza sociale, delle associazioni dei pazienti e di esperti farmaco-economisti, sono state discusse le principali criticità legate alle patologie cardiovascolari con l’intento di delineare un percorso comune verso la riduzione dell’impatto socioeconomico di queste patologie. Il numero di persone che si ammalano ogni anno è in crescita e l’impatto del rischio cardiovascolare e del colesterolo è significativo.
Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte in Europa e in Italia e si prevede che nel 2030 i decessi annui aumenteranno da 17 a 23 milioni.
Sono numerosi, affermano gli specialisti, i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari. Tra questi, il fumo, elevata pressione sanguigna, elevati livelli di colesterolo, sovrappeso/obesità, diabete, malattie infettive come l’influenza, la sedentarietà, un’alimentazione scorretta, ed anche un clima ambientale negativo e lo stress. Tutte condizioni che rappresentano il 90% delle cause di patologie cardiovascolari. Un rischio, quello di sviluppare la malattia cardiovascolare, che dipende dall’entità dei fattori di rischio e dalla loro eventuale compresenza, e che aumenta con l’avanzare dell’età. Tuttavia è possibile ridurre il rischio cardiovascolare agendo sui fattori modificabili attraverso uno stile di vita sano e, se necessario, tramite trattamenti farmacologici appropriati. Le patologie cardiovascolari hanno impatto significativo in termini socio-economici che si traduce in costi, diretti e indiretti, a carico del Sistema Sanitario Nazionale e del sistema previdenziale. Si delinea così un’emergenza globale, come confermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che, proprio per questo, sta sollecitando i Paesi aderenti a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle malattie croniche non trasmissibili del 25% entro l’anno 2025.
Le malattie cardiovascolari hanno un impatto come costi diretti per il SSN che ammonta a circa 16 miliardi di euro all’anno, ai quali vanno aggiunti circa 5 miliardi di euro calcolabili come perdita di produttività.