Non ci laviamo le mani abbastanza spesso. Un po’ per pigrizia o per disattenzione questo è un errore grave. Infatti, questa pratica facile e accessibile a tutti ci mette al riparo da virus e batteri. L’ultima conferma in ordine di tempo viene dalla prestigiosa rivista Lancet che ha appena pubblicato uno studio sugli effetti del lavarsi le mani sulla riduzione della diffusione di malattie da raffreddamento e infezioni gastrointestinali. I ricercatori dell’Università di Southampton hanno reclutato oltre 20 mila soggetti e li hanno seguiti tra il gennaio 2011 e il marzo 2013. A metà di loro è stato dato accesso ad un portale web ricco di consigli, suggerimenti e informazioni dettagliate relative al lavarsi le mani. Il sito web forniva anche un servizio di monitoraggio dell’aderenza dei soggetti alla buona pratica da esso promossa. Ebbene, costoro avevano meno raffreddori, influenze e infezioni gastrointestinali rispetto a coloro che non avevano beneficiato dell’accesso al sito. Un analogo miglioramento della salute è stato misurato anche nei familiari: lavarsi le mani riduce la trasmissione del virus da e verso altri. Nel complesso, i ricercatori hanno osservato una riduzione del 10-20% delle prescrizioni di antibiotici e delle visite dal medico nei tre inverni della durata dello studio. Nonostante la sempre maggior diffusione di gel igienizzante da usare in assenza di acqua e sapone, pare che una perfetta igiene delle mani non sia ancora un’abitudine per tutti, nemmeno quando si tratta di pazienti ricoverati negli ospedali. Uno studio apparso sulla rivista Infection Control and Hospital Epidemiology e condotto in Canada su 279 pazienti di un reparto trapianti multiorgano, mostra come addirittura in un contesto così delicato le basilari misure di igiene vengono disattese. Gli sconfortanti risultati – raccolti attraverso speciali sensori sui dispenser di saponi e di gel igienizzante – mostrano che i pazienti ricoverati usano lavarsi le mani solo il 30% delle volte che vanno in bagno, il 40% delle volte prima di pranzo e solo una volta tre quando usano le cucine del reparto di degenza. Virus e batteri possono sopravvivere sulla pelle e sulle superfici, contaminare le mani e quindi essere ingeriti. E la loro diffusione – se non viene bloccata – può essere più rapida di quanto non immaginiamo. Uno studio presentato lo scorso settembre al meeting dell’American Society for Microbiology mostra che un virus innocuo, simile al norovirus della gastroenterite, posto al mattino sulla maniglia di una porta di un edificio con uffici, può in soli 120 minuti arrivare a contaminare ben oltre la metà delle superfici (interruttori, pulsanti, caffettiere, rubinetti e computer) e il 60% degli impiegati al lavoro nell’edificio.
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