C’è chi abbassa il capo, chi si controlla nelle tasche dei jeans e dei cappotti per nascondere “segreti” illegali; chi si disperde dietro gli angoli delle vie per paura di essere scoperto a causa di una rapina della notte trascorsa, e c’è chi si sente onorato di ricevere un saluto e, sicuro nell’ottenere un aiuto. Sono loro, gli ufficiali dall’aria misteriosa, i Carabinieri che, sotto la divisa “amica” impreziosita di medaglie d’onore, custodiscono un’umanità colma di virtù e valori i quali alcuni, ancora oggi, tendono a sottovalutare e discriminare. Noi giovani, cresciuti al contrario, assassini della notte e vittime della mattina, facciamo fatica a riconoscere l’impegno e la partecipazione dei così tanto discriminati “sbirri”, quelli che ritirano la patente ai posti di blocco per un brindisi con gli amici, quelli che ti perquisiscono come se volessero strapparti l’anima e metterla in manette. In realtà, se non ci fossero questi grandi uomini, la sicurezza sarebbe solo e semplicemente una lezione di teoria priva di pratica nel garantirla.
In tal proposito, l’Associazione Regionali Pugliesi, nella giornata di sabato 22 Ottobre, ha accolto a braccia spalancate, nelle sua sede a Milano, il Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri Giuseppe La Gala, un uomo che ha imparato tanto dalla vita e quel “tanto” lo ha portato ad essere quello che è oggi e quello che sarà in futuro. Non bastano le lusinghe, gli omaggi, per premiare una personalità tanto eccelse che ha salvato la vita ai figli altrui, che ha messo a repentaglio la propria e quella dei suoi compagni in imprese ardue contro la Criminalità Organizzata. Carlo Alberto Dalla Chiesa, annotando il flusso dei suoi pensieri, scrisse: “Non spero certo di catturare gli assassini ad un posto di blocco, ma la presenza dello Stato deve essere visibile, l’arroganza criminale deve cessare.”
Ed è proprio grazie a persone come il Col. Giuseppe La Gala che si può parlare di prevenzione e sicurezza come per l’oggi anche per il domani. A cuore aperto ha intrattenuto con la sua eleganza dialettica e con sguardo limpido e vero, il pubblico giovanile e non dell’Associazione Pugliesi, esponendo le tappe della sua brillante carriera, non per una questione di visibilità, ma di riconoscenza in modo tale da poter comprendere che non si diventa “custodi” dello Stato in un solo giorno di fortuna. Inoltre, ha anche esposto ai presenti le situazioni in cui ha messo a nudo il proprio orgoglio ed i propri sentimenti in primis da uomo, marito e padre, ed in seguito da Ufficiale dell’Arma. L’esistenza e l’esperienza di un Carabiniere non è facile, bisogna avere un coraggio da leoni nel destreggiarsi in determinati contesti, i quali offrono problematiche divergenti ed alquanto complicate, ha spiegato. L’uomo in divisa è colui che combatte la prostituzione minorile, gli abusi sessuali di massa, colui che promette, nei limiti del possibile, di essere non un nemico ma un perfetto alleato di chi non riesce a vedere più una luce di speranza nel tunnel dell’orrore. Vive, cammina, agisce con e per i suoi cittadini, anche per coloro che rinnegano il lavoro ed i sacrifici, dal momento che aspirare alla carriera di Carabiniere non è un desiderio legato ad un profitto mensile proficuo, ma un patto prima che con se stessi con lo Stato ed i membri che ne fanno parte. La Gala, facendosi vincere dalle emozioni, ha voluto precisare nel suo ricco discorso che l’impegno dell’Arma mira essenzialmente alla comunicazione diretta con i giovani, incontrandoli nei luoghi di formazione come le scuole, i collegi, le Università, non per incutere terrore, ma per fornire una visione più dettagliata della realtà che corre al di fuori e che non si lascia controllare. Insomma, il Colonnello ha trasmesso uno dei messaggi fondamentali che per molte persone sembra scontato da accettare, vale a dire che il male agisce sempre alle spalle dei più deboli e, quando non si riesce a sollevare da soli l’enorme macigno della sofferenza, in quel momento si ha bisogno di qualcuno che possa aiutarci a rialzarci, e quel qualcuno “misterioso” rimane il Carabiniere, al quale farà sempre piacere “inciampare” insieme a noi nelle difficoltà della vita, condividendo le cause migliori ed anche le peggiori. L’onorevole ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi disse in un discorso rivolto ad elogiare il carisma dell’”Arma”: “L’Italia intera è grata ai Carabinieri per il loro spirito di abnegazione ed attaccamento al dovere, garanzia di tutela per il cittadino. L’Italia è grata anche per la meritoria azione svolta in campo internazionale sempre contraddistinta da umanità e fermezza nel rispetto della civiltà e delle tradizioni.”
Noi abbiamo fatto tesoro delle parole del Col. La Gala ed abbiamo apprezzato notevolmente la sua professionalità, quella che a volte sottovalutiamo, dalla quale prendiamo le distanze, vivendo nella convinzione che l’uomo in divisa è sempre pronto a metterci in manette, perché altro non saprebbe fare. Invece, la questione qui è un’altra, bisogna unire la nostra legge universale con quella dello Stato e fin che ci sarà l’”Arma” a far rispettare tale legge sotto ogni punto di vista, il cittadino sarà sottoposto ad ogni controllo possibile per la sicurezza dell’intera comunità nazionale.
Gaia Fedele
Gaia Fedele è una studentessa del primo anno di Lettere moderne dell’Università di Pavia. Nasce a Gallipoli nel 1997 e completa gli studi liceali, frequentando l’indirizzo classico presso il Liceo Quinto Ennio, restando nella sua città. Ha collaborato con la rivista locale “Anxa” e con “Piazza Salento”, elaborando articoli di ambito culturale, letterario, politico, di profonda attualità.