Sotto le volte medievali si alternano 60 grandi tele, lavori su carta, libri d’artista, video e altri materiali, frutto di una rigorosa ricerca che muove dalla forza astraente della poesia e della musica e prende forma in una pittura lenta, sedimentata, allo stesso tempo concreta e misteriosa.
Il dialogo tra pittura, musica e poesia vanta una solida tradizione italiana. Spartiti, antifonari, note e pentagrammi sono sempre apparsi nei dipinti, dal Medioevo all’Ottocento; e innumerevoli artisti, nel tempo, sono stati musici e poeti, compositori o esecutori, in un dialogo costante che solo agli esordi del secolo scorso si trasforma nell’inedito linguaggio dell’astrazione, allorché la pittura trova nel lessico musicale o lirico la ragione per abbandonare le forme della realtà, e con esse la mimesi.
Eppure tra i vasti ambienti in laterizio, splendido esempio di recupero di spazi pubblici fino a mezzo secolo fa dimenticati, sono esposti una sessantina di lavori nei quali il rapporto tra le tre arti non proviene dalla tradizione, né attinge a scontate reciprocità, ma fonda una prassi espressiva vitalissima e nuova.
Protagonisti della personale di Vincenzo Scolamiero, che già dal titolo Del silenzio e della trasparenza argomenta in bella forma arcaica lo spirito che la anima, sono alcuni recenti cicli di grandi tele e quaderni d’artista. Lavori eseguiti con pigmenti vari, inchiostri, chine e scintillanti polveri metalliche, a comporre forme solide e piane, lastre di colore e pieghe terrestri, tagliate dalla luce e scompaginate da un vento ancestrale.
Il tema centrale è, certo, il rapporto con la musica e la poesia, e celebra l’incanto che l’artista romano ha provato nell’incontro con alcuni grandi compositori contemporanei – tra gli altri, Birtwistle, Ades, Reich, Adams e certa musica minimalista o liturgica, oltre al suo amato Luigi Nono, cui è dedicata una sezione – e in quello con i tanti poeti cari, cui si aggiungono alcune recenti scoperte, quali le liriche del premio Nobel Louise Glück. Ma per Scolamiero musica e poesia non sono riecheggiamenti, né evocazioni di atmosfere. Il rapporto è necessario e reciproco: la sua pittura si nutre di esse, ne trae senso e ne restituisce immagine, in una fluidità di relazioni e rimandi che cerca tra le arti un filo conduttore eterno e immutabile.
Ogni potente suggestione nuova non fa che esaltare forme e spazi già sedimentati, nella ricerca figurativa di Scolamiero, che sia la forza primigenia delle composizioni di Birtwistle a sommuovere come un terremoto le zolle e le carte dipinte, o l’ossessiva ciclicità dell’antifona medioevale che scarta di un soffio il ritmo di alcune sue serie figurative, oppure l’eco tellurica dei versi della Louise Glück che aiuta l’artista a esplorare le profondità dell’ombra.
Ma un terzo protagonista accende le tele in mostra. Se la poesia e la musica alimentano l’immaginazione e indirizzano le forme, una recente sperimentazione materica ne orienta il lume, per dirla con Leonardo, e nel contempo restituisce concretezza e verità alla tensione ideale: con l’uso originalissimo di preziose polveri lamellari, le stesse usate nei laboratori di restauro e doratura, Scolamiero accumula altro spazio, spinge verso il piano limite dei dipinti con ampie stesure luminescenti – declinando ori rosati, arancio e grigi – che si piegano come lastre preziose sotto una forza misteriosa.
L’oro invade tutto, dalle superfici luminose alle più oscure cavità, accende le ombre e risplende nei colori. E sembra, qui al pianterreno del Palazzo Pubblico, volere rendere omaggio all’illustre scuola senese che dal Medioevo al Rinascimento ha insegnato a generazioni di grandi artisti a stendere dolcemente la foglia dorata sui fondi lignei, poi a lucidarla e a punzonarla per le aureole, gli orli dei manti, le cornici e le ali degli angeli.
Alle tele si aggiunge la produzione di tre cicli di libri d’artista, altro modello raro di commistione tra lessico musicale o poetico ed espressione figurativa. Gli esemplari sono frutto della collaborazione con il poeta Milo De Angelis – da cui sono state realizzate 12 opere uniche – e con la compositrice Silvia Colasanti, dallo scambio con la quale ne sono uscite sette del tipo partitura/pittura.
Un terzo libro d’artista è stato commissionato dalla Federazione Unitaria Scrittori Italiani per il settimo centenario della morte di Dante Alighieri. È un’altra delle speciali sperimentazioni espressive in cui Scolamiero lascia sgorgare e scorrere il flusso della fascinazione sollevata dalla grande poesia dantesca, per poi incanalarla nel serrato e rigoroso processo della creazione artistica.
La mostra è presentata dal Comune di Siena, ideazione e cura inner room – Siena, ed è realizzata in collaborazione con l’Accademia Musicale Chigiana di Siena, la Galleria Edieuropa QUI arte contemporanea di Roma, e con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Roma e del Museo d’Arte Contemporanea Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona di Rende (CS).
In occasione dell’esposizione sarà disponibile il catalogo con testi delle storiche dell’arte Francesca Bottari, Tiziana D’Acchille, Giuliana Stella, pubblicato da De Luca Editori d’Arte in Roma.
Vincenzo Scolamiero è diplomato in Pittura, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, nel 1986.
È docente di Pittura presso il Dipartimento di Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti di Roma, città nella quale vive e lavora.
Inizia la sua attività artistica con la mostra personale presentata da Antonio Alessandro Mercadante presso la Galleria Ferro di Cavallo a Roma nel 1987, viene selezionato nello stesso anno per la più importante rassegna di quegli anni rivolta agli artisti emergenti del Comune di Roma, Assessorato alla Cultura: Giovani Artisti a Roma III dove ha una sala personale nel Palazzo delle Esposizioni di Roma. Del 1990 l’incontro con Maurizio Calvesi che presenterà una sua mostra personale nella Galleria de’Serpenti di Roma nel 1991. Nel 1995 inizia la collaborazione con la Galleria Edieuropa QUI arte contemporanea di Roma e nel 1999 la doppia personale Laura Barbarini e Vincenzo Scolamiero sempre alla Galleria Edieuropa QUI arte contemporanea. Del 1996 la personale alla galleria AA.M-Architettura Arte Moderna a cura di Fabio Briguglio e Francesco Moschini. Numerose da allora le mostre personali e le rassegne espositive di carattere nazionale e internazionale, alle quali ha partecipato: dalla Quadriennale Romana, alla Biennale di Venezia, dalla Biennale d’Arte Sacra curata daMaurizio Calvesi, alla rassegna The return of the cadavre exquis del Drawing Center di New York, alla mostra Italia,Giappone-venti artisti a confronto alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, curata da Augusta Monferini.
Viene più volte invitato al Premio Michetti dove vince il primo premio nell’estate del 2014, e ancora espone al Palazzo delle Esposizioni di Roma, al Chiostro del Bramante sempre di Roma, alla Casa dei Carraresi di Treviso e a Palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto.Nella primavera del 2014 il suo lavoro è stato esposto a Palazzo Fava a Bologna nella mostra curata da Marco Goldin La ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer, nella rassegna Attorno a Vermeer. I volti, la luce, le cose. Collaborazione, questa, con Marco Goldin, che lo invita nelle sue rassegne già dal 1996, nella mostra itinerante Pitture il Sentimento e la Forma – Artisti italiani degli anni cinquanta e sessanta allaCasa dei Carraresi di Treviso, e nella mostra Pittura d’Italia paesaggi veri e dell’anima, del 2009 presso Castel Sismondo a Rimini, dello stesso anno la partecipazione al XLVII Premio Vasto d’Arte Contemporanea – L’Icona Ibrida, a cura di Gabriele Simongini, Vasto, Chieti.
Inoltre sue mostre personali sono state ospitate in rilevanti spazi pubblici: la mostra La piuma e la pietra nella Galleria Nazionale d’Arte Contemporanea della Repubblica di San Marino – Logge dei Balestrieri, la mostra Invito a palazzo arte e storia nelle banche, nelle sale della Banca Nazionale del Lavoro, Sede Centrale di Roma, la mostra Col niente e la rugiada presso la Galleria d’Arte Comunale d’AC di Ciampino, e L’incongruo naturale nella Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea di Gaeta, nel Museo Carlo Bilotti di Roma.
Nel 2014, 2015 e 2017 è presentato al Busan Art Fair di Busan in Korea introdotto dalla Kips Gallerydi New York. Nel 2014 è presente in Korea a Seul nella mostra Ariadne’s thread – con Luca Coser, Enrico Luzzi, Vincenzo Scolamiero, curata da Ken Kim e Nicola Davide Angerame per la galleria and.n Gallery di Seul.
Nel mese di maggio 2015 è invitato a New York per una residenza d’artista dalle gallerie Kips Gallery, bcs Gallery e ARNPY, Long Island, New York, conclusasi con la mostra There are reasons a cura di Nicola Davide Angerame.
Altre importanti mostre personali sono: 2008 In un giro di vento presso la Galleria Delloro di Roma, nel 2014 Senza permesso in un campo, presso la Galleria Porta Latinadi Roma con testi in catalogo di Lorenzo Canova e Antonio Mercadante e nel 2016 la personale L’incongruo naturale presso la Pinacoteca Comunale d’arte Contemporanea di Gaeta con testi in catalogo di Giorgio Agnisola, Marcello Carlino e Claudio Crescentini.
Nel 2017 inizia un rapporto di collaborazione con la compositrice Silvia Colasanti per la quale elabora video scenografie e immagini per il frontespizio ed il booklet del Requiem “Stringeranno nei pugni una cometa” commissionato alla compositrice dal 60” festival dei Due mondi di Spoleto per commemorare le vittime dei terremoti in centro Italia. Le video scenografie sono state proiettate durante l’esecuzione del concerto finale del Transart Festival di Bolzano nel settembre 2017. Nel 2018 termina la realizzazione di sette libri-opera realizzati a quattro mani con la compositrice Silvia Colasanti sul suo Quartetto d’Archi: Ogni cosa ad ogni cosa ha detto addio, per le Edizioni Eos-Libri d’Artista di Piero Varroni in Roma. Nello stesso anno viene invitato ad esporre presso l’Art Museum di Phoenix – China nella rassegna Italian Contemporary Art of Cross-Cultural Vision, a cura di Zhang Yidan e Wang Shengwen. Nel 2019 tiene l’importante mostra personale Della declinante ombra presso il Museo Carlo Bilotti di Roma, che segna la presenza di quasi 12.000 visitatori, la mostra è stata a cura di Gabriele Simongini, con catalogo De Luca Editore d’Arte.
Nel luglio dello stesso anno la mostra Turbulence con la Galleria Mizuma Kips & Wada Art Gallery di New York e sempre nel 2019 la doppia mostra personale Distico – Piero Sadun Vincenzo Scolamiero a cura di Marco di Capua per la Galleria Edieuropa QUI arte contemporanea di Roma.
Nel marzo 2021 al Museo Napoleonico di Roma la mostra Le altre opere – Artisti che collezionano artisti, a cura di Lucilla Catania, Daniela Perego, Claudio Crescentini, Federica Pirani, Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale, Sovrintentenza Capitolina, Roma
È rappresentato a Roma dalla Galleria Edieuropa QUI arte contemporanea
Fonte: Ufficio stampa Melasecca PressOffice – Roberta Melasecca