Giovedì 14 e venerdì 15 aprile ERT / Teatro Nazionale presenta al Teatro Arena del Sole di Bologna ENIGMA. Requiem per Pinocchio, l’ultimo lavoro di Teatro Valdoca che ha debuttato la scorsa primavera al Teatro Bonci di Cesena.
ENIGMA è l’opera della maturità, nata daunaricerca artistica di due anni intorno alla figura di Pinocchio: una partitura di canto, suono dal vivo e movimento diretta da Cesare Ronconi sui versi originali di Mariangela Gualtieri, anche in scena.
Al centro di un panorama onirico, due giovani e potenti performer, capaci di segnare lo spazio e lo sguardo come poche altre: Silvia Calderoni, Pinocchio, e Chiara Bersani, la Fatina, alla quale la Gualtieri presta la voce dal vivo, e Matteo Ramponi sostiene la sua azione scenica.
Il canto dal vivo è di Silvia Curreli ed Elena Griggio; il paesaggio sonoro, fra materico e metafisico, è creato da Enrico Malatesta, Attila Faravelli e Ilaria Lemmo.
Come si diventa umani? Come si resta fedeli all’infanzia?
Un corpo di legno giace in proscenio. I suoi pezzi sono smembrati e arsi.
«Pinocchio, dinoccolato, scatenato e a tratti malinconico, si sporge tutto verso di noi: sulla soglia fra vivi e morti, viene ad immunizzarci dalla paura della morte, in un tempo allarmato di conta quotidiana dei caduti» scrive la drammaturga.
I personaggi ben noti della fiaba sono già scomparsi, inghiottiti dal racconto ormai lontano. Non appaiono.
Pinocchio, in carne e ossa, è tenero e scapestrato, maschio e femmina, solo: «ancora tira calci, ha nel corpo quella frenesia di fuga, quella fame di mondo, e poi la tenerezza dell’orfano, l’insolenza del ragazzo, la leggerezza di un’infanzia che perdura, il senso di disperata impotenza di chi ora pare senza futuro».
«La Fata Turchina, la fata fatta d’aria e di cielo, di acqua e di morte, di infanzia e di maternità, ci fa comprendere quanto asini siamo, quanto infantili e soli, quanto disarmonici. Il femminile magico e cosmico della Fata è una gradazione dell’umano così necessaria ora, in questo tempo».
Note di Mariangela Gualtieri
Ci avviciniamo alla magia inesauribile di Pinocchio. Lo vediamo – o intravediamo – come sagoma che parla di noi, animale umano adulto e attuale, come lui così desideroso di un di più di vita e come lui condannato ad attraversare la vita, con le sue disavventure che talvolta sembrano sevizie di una divinità feroce. Come lui sempre a un passo dalla morte, circondati da falsi amici spietati, tremendi, che incantano e promettono oro, montagne d’oro, montagne di star bene. Falsi amici davvero miserabili e che pure ai nostri occhi sembrano così premurosi e sapienti.
E poi dagli altri del mondo, gli altri animali, le altre meraviglie, messe lì, inascoltate, ad istruirci, a dirci come stare, come fare, mentre noi procediamo, eterni infanti, convinti di essere sempre al centro, di essere coloro che sanno, coloro che bene ragionano, che bene risolvono. I dominanti.
E dunque c’è da una parte uno sguardo pietoso sull’umano, dall’altro uno sguardo innamorato sull’umano, sulla sua dirompente passione adolescente, sulla sua gioia di stare con gli altri, di avventurarsi nella vita, darsi alla vita fino all’ultima goccia e con quello slancio, con quella voglia di godere e di condividere. C’è, qui, la nostra alleanza con Eros, pensato come forza vitale di tutto, come dismisura e traboccamento, come tensione alla pienezza caotica. Con orrore per tutto ciò che ingabbia e ordina.
Ci mettiamo davanti a Pinocchio ben sapendo di non essere i primi a farlo, ma ben pronti a rivelare la piccola sfumatura che aspetta noi, la somiglianza con noi, con ciò che di noi teniamo a bada così bene, nell’età adulta. Ma resta dentro uno strano ragazzo morto, uno strano morto agonizzante, come Pinocchio sempre sul punto di morire ma sempre in parte vivo e vivace.
Teatro Valdoca
È una delle storiche compagnie italiane di teatro d’arte e d’autore.
Nato nei primi anni Ottanta a Cesena, ad opera di Cesare Ronconi, regista, ideatore di luci e scene, e Mariangela Gualtieri, poeta e drammaturga.
La forte dinamicità ed espressività dei corpi degli interpreti, la messa in scena di opere originali in versi, la Scuola Nomade per giovani attori e attrici, insieme all’essenzialità dell’apparato scenico, costituiscono la poetica della Compagnia.
Fra le ultime opere: la trilogia Paesaggio con fratello rotto (2004/2005), Caino (2011), Porpora. Rito sonoro per cielo e terra (2016), Giuramenti (2017), Il Seme della Tempesta. Trilogia dei Giuramenti (2019), Voce che apre (2020).
*Nella foto in evidenza: Teatro Valdoca. ENIGMA 2021. Bonci (ph. Simona Diacci Trinity)
Fonte: Ufficio Stampa ERT / Teatro Nazionale c/o Teatro Arena del Sole – Bologna