Il vero amore per la riproduzione – parte prima: programmare l’accoppiamento.
Un testo unico che ha fatto scuola sulla riproduzione è stato scritto dall’etologo austriaco Eberhard Trumler, autore de “Il cane preso sul serio“, uno dei libri che hanno costituito la “Bibbia” personale in campo etologico di Olivia Ambrosetti allevatrice nonché educatorice cinofila, nonchè di una cara amica sempre esperta allevatrice.. tale testo risale agli anni ’70 ma a mio avviso dovrebbe essere letto e riletto anche da tutti i “guru” – o aspiranti tali – del terzo millennio.
Vorrei pertanto entrare anche in ambito tecnico su un argomento che ritengo meraviglioso, come appunto quello della riproduzione e ovviamente dovevo scrivere almeno a quattromani per poter entrare nel merito specifico e scientifico.
Infatti la nostra Olivia unitamente alla sua cara amica che oggi non è più con noi, ha detto, scritto e ripetuto in ogni possibile salsa che le cucciolate fatte “ad capocchiam” non dovrebbero MAI nascerne.
Ha spiegato che non è assolutamente vero che la cagna debba partorire almeno una volta nella vita, e che il maschio non ha assolutamente “bisogno” di accoppiarsi: per entrambi l’unica vera prevenzione contro una lunga serie di patologie è la sterilizzazione.
Del resto la nostra allevatrice ha sempre caldamente consigliato alle ‘sciuremarie’ di turno di non preoccuparsi per il presunto “istinto materno” della cagna che di fatto non esiste fino al momento in cui nascono effettivamente i cuccioli, e di non sentirsi assolutamente “obbligate” a far accoppiare Fufi e Bubi… con questo non intende promulgare l’estinzione della specie canina!
La sua teoria è che le cucciolate si possono fare e non ritiene che debbano essere riservate solo agli allevatori professionisti, ma devono essere “prese sul serio”, ovvero, devono essere riservate a persone che sanno quello che fanno, che non improvvisano, che non pensano che basti “lasciar fare alla natura”, perché purtroppo non basta affatto.
No alle cucciolate ad capocchiam, insomma, ma sì alle cucciolate responsabili, informate, ben curate e soprattutto che non rischino di finire in mano a chi, pur di levarsi di torno i cuccioli cresciutelli e diventati un impegno insostenibile, non si preoccupa minimamente dei soggetti a cui li consegna ad un prezzo ‘stracciato’.
E poichè non possiamo chiedere alle persone di informarsi senza essere i primi a fornire qualche informazione, ecco che proveremo a stilare un mini-manualetto per chi voglia intraprendere questa vera e propria Grande Avventura.
Lascio quindi a lei, Olivia la parola o meglio … la tastiera!
“Iniziamo col “prima”: e cioé con tutto ciò che bisogna fare per preparare al meglio – e poi far effettuare – l’accoppiamento.
Spesso, infatti, si considera il concetto di “cucciolata” solo a partire da metà gravidanza o giù di lì… mentre in realtà le cose più importanti vanno fatte ancor PRIMA che i cani si accoppino.
Preciso che, non essendo io un veterinario, non mi addentrerò in particolari tecnici ma mi limiterò ad accennare ai vari punti che ritengo importanti: se poi vorrete approfondirli, potrete chiedete al vostro medico di fiducia.
Iniziamo questa panoramica pre-cucciolesca con uno specchietto che illustra le varie fasi del ciclo estrale, che riassumiamo qui velocissimamente, giusto per aver chiaro di cosa parleremo nel proseguo dell’articolo.
Tutti sanno (almeno, spero!) che la cagna accetta il maschio solo “quando è in calore”. Non tutti sanno, invece, che le fasi del ciclo estrale sono quattro, e cioè:
a) proestro: è la fase che precede l’ovulazione. In questo periodo la cagna potrebbe manifestare cambiamenti caratteriali (nervosismo, aggressività o timidezza), urinerà più spesso e la vulva comincerà ad ingrossarsi, dopodiché inizieranno le perdite ematiche. In questa fase i maschi (esclusi quelli più esperti, che già hanno capito l’antifona) sono interessatissimi all’oggetto… ma l’oggetto non ci sta.
b) estro: è il periodo in cui avviene l’ovulazione, autonoma come nelle donne (e a differenza delle gatte, nelle quali è indotta dall’accoppiamento) e la cagna “ci sta”: cosa che dimostra non solo ai cani, ma a chiunque le passi accanto, assumendo atteggiamenti inequivocabilmente languidi e spostando la coda di lato (specie se le grattiamo la schiena). Le gatte in calore sono ancora più esplicite (e più spudorate), ma pure le cagne non scherzano: quindi la scusa degli accoppiamenti casuali avvenuti perché “non mi ero accorto che era pronta” stanno assai poco in piedi.
Nel periodo dell’estro la vulva appare molto gonfia, mentre le perdite diventano giallastre e poi scompaiono del tutto o quasi.
Molti libri vi diranno che l’estro dura 8-10 giorni, massimo 15. Be’… NON E’ VERO!
So di cagne che sono state disponibili all’accoppiamento al 25° e perfino al 28° giorno (con esito positivo, ovvero rimanendo gravide), ed è quasi la norma che si abbiano accoppiamenti fertili al 16-17° giorno; il modo migliore per conoscere il giorno “giusto” è fare uno striscio vaginale (ed eventualmente anche l’esame del progesterone): ma di questo parleremo più avanti.
Per ora limitiamoci a ricordare che il “fatidico” dodicesimo giorno non è assolutamente un punto fermo, ma solo un’ ipotesi basata sulla media statistica…e che la cagna va tenuta sotto controllo, per evitare accoppiamenti non voluti, ben oltre questa data. Ricordo inoltre che l’ovulazione non finisce con l’accoppiamento e che quindi una cagna può, teoricamente, essere fecondata anche in giorni successivi, anche da maschi diversi e anche mettendo al mondo cuccioli figli di più padri.
Questo sta probabilmente alla base di una delle più famose “cugginate” del mondo, ovvero della credenza nella cosidetta telegonia (la cagna di razza coperta da un bastardino poi farebbe cuccioli meticci per tutta la vita).
c) diestro: coincide con la fine dell’estro: il livello di progesterone è sempre alto, che la cagna sia gravida o meno. In questa fase la cagna non è più disponibile all’accoppiamento e può nuovamente essere liberata anche al parchetto, in mezzo ai maschi.
d) anaestro: è il lungo periodo di riposo sessuale tra un calore e l’altro. L’attività ormonale è sopita e la cagna non suscita l’interesse dei maschi.
Quindi che non si dica che “la vostra cagna ha le mestruazioni”, è una cosa di una tristezza infinita, anche perché il sangue che fuoriesce dalla vulva della cagna è causato dalla congestione e conseguente ipervascolarizzazione di tutto il tratto genitale, e non dall’espulsione della mucosa uterina, come avviene nella donna (in realtà quello della cagna è vero e proprio sangue: quello mestruale no). Insomma, mestruazioni umane e calore canino sono due cose ben diverse. Non facciamo confusione.”
Nel prossimo articolo la nostra Olivia sempre con l’aiuto di testi specifici entrerà nel merito delle cose da fare in vista di un accoppiamento.
*Nella foto in evidenza: l’allevatrice ed educatrice cinofila Olivia Ambrosetti con i suoi alani.