Fino al 10 gennaio è visionabile la mostra d’arte contemporanea multimediale “Memorie”, dedicata all’opera artistica di Erminio Tansini.
L’evento propone una selezione di oltre 80 lavori fra dipinti a olio, scatti fotografici e sculture di bronzo e di legno: rappresentano archi narrativi, curiosità, snodi, tappe e trame della produzione tansiniana e ricostruiscono la creatività dell’autore come pittore e scultore.
Memorie è la terza tappa della serie itinerante di esposizioni intitolata «Forme, materia, colore», che sta svolgendosi nel Nord Italia.
Con questo evento la rassegna sposta la fruizione delle opere e l’esperienza della mostra dagli spazi tradizionali a quelli online: l’esposizione è infatti visitabile sul sito www.inarce.com.
Le opere pittoriche presenti nella mostra Memorie sono state realizzate su tela e su tavola con impasti di olio e pigmenti che Erminio Tansini produce in proprio.
Sono state eseguite fra il 1997 e il 2017. Tutte sono Senza titolo e appartengono alla fase informale della pittura tansiniana (eccetto un paesaggio marittimo intitolato Baia di Monterosso al Mare, eseguito nel 2016).
Alcuni dipinti sono inediti; altri già esposti in occasione di altri eventi. Per esempio, i quadri soprannominati Zigzag, Il berbero e Dies Romana, esposti nelle personali al Palazzo Panciatichi di Firenze (2009), al Castello di Santa Margherita Ligure (2012), a quello di Rapallo (2014) e in Via Giulia a Roma (2015).
Per comporre opere finite o assemblare modelli per le fusioni in bronzo Erminio Tansini utilizza legno tratto principalmente dall’Appennino settentrionale: in particolare Cinque Terre, Valtrebbia e Valtaro; saltuariamente Lunigiana, Valnure e Valtidone.
Sono ceppi, radici, rami e tronchi recuperati sui greti dei torrenti e sulle spiagge: levigati dall’acqua e dalle rocce, sbiancati dal sole, dotati di un’inimitabile naturalità.
Dopo averli risanati, l’autore li rigenera in una sorta di nuova “vita” artistica: li combina insieme creando intrecci, sovrapposizioni e agglomerati di masse.
L’osservatore è catturato dalla pareidolia, che lo porta a intuire profili apparentemente riconoscibili, fugaci nell’apparire e nello scomparire, mutevoli secondo il punto di vista e la sensibilità dell’osservatore.
Le opere scultoree presenti nella mostra Memorie sono state prodotte fra l’inizio degli Anni Novanta e il 2020. Includono anche due composizioni temporanee che Tansini ha concepito sui temi Dialogo d’artista e Viva arte viva, esposte rispettivamente al Museo della Permanente di Milano e alla Biennale di Venezia nel 2017.
La mostra Memorie presenta una selezione di fotografie scattate sui set della serie itinerante «Forme sfuggenti».
Questa rassegna scenarizza le sculture di Erminio Tansini in luoghi come specchi e corsi d’acqua, scogliere, castelli, siti archeologici, radure boschive, paesaggi montani e rupestri.
«Forme sfuggenti» sta svolgendosi in Italia, in Svizzera, in Francia e nel Principato di Monaco. In Lombardia ha fatto tappa nei territori di Brescia, Cremona, Lodi, Milano e Pavia (tutti presenti nella selezione proposta da Memorie).
Le location degli shooting fotografici sono scelte secondo le affinità con il carattere scarno ma essenziale delle sculture tansiniane e tenendo conto di vari fattori: luce, vegetazione, acqua, terreno, altitudine, panorama.
Questi luoghi sono poco utilizzabili per i tradizionali eventi culturali ed espositivi: i set fotografici di «Forme sfuggenti» li recuperano allo spazio artistico, in linea con il tema della rigenerazione già presente nell’opera scultorea.
Gli elementi delle architetture e del paesaggio interagiscono visivamente con le sculture fino alla reciproca trasfigurazione: si creano scene surreali, fantastiche e oniriche, colte nella loro fugacità e fissate attraverso l’obiettivo della fotocamera.
La curatela della mostra è affidata a Davide, figlio di Erminio Tansini. Per il padre ha curato anche varie esposizioni personali in Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia e Piemonte delle rassegne «Materia e colore» (2012-2015) e «Chimere» (2018-2020), oltre alla stessa serie «Forme sfuggenti».
Larga parte degli scritti di critica artistica a corredo del percorso espositivo porta la firma di Dragana Kostić, i cui testi hanno accompagnato anche altre personali di Tansini nel triennio 2018-2020: per esempio, al Palazzo Farnese di Piacenza, al Castello Doria di Vernazza e a quello di Porto Venere.
Fonte: Ufficio stampa Serena Cominetti